Angelo Weiss, allenatore di Matilde Lorenzi, ha parlato del dolore scatenato dall’incidente mortale della sua allieva.

Quella di Matilde Lorenzi è stata una tragedia che ha sconvolto tutti nel mondo dello sport. Un mese fa, la giovane promessa dello sci azzurro perdeva la vita per le conseguenze di una tremenda caduta sulla pista Grawand G1 in Val Senales in Alto Adige. Difficile credere che quella ragazza così piena di vita e di passione sportiva non ci sia più, soprattutto per chi l’ha accompagnata nel suo percorso aiutandola a crescere, ed era lì in quei terribili momenti in cui di fatto tutto è finito. Si tratta di Angelo Weiss, il suo allenatore che non si è ancora ripreso da quanto accaduto.

L’allenatore di Matilde Lorenzi torna a parlare della caduta della sua allieva

L’ex sciatore con all’attivo due Olimpiadi e una vittoria in Coppa del mondo aveva un rapporto molto forte con Matilde, come raccontato in un’intervista a La Stampa. Ecco perché è difficile per lui non pensare alla tragedia accaduta: “Un qualcosa di inimmaginabile. Ed oggi, ad un mese dalla tragedia, è ancora più complesso parlarne. È doloroso. Un dolore gigante. Sa cosa provo? Un dolore al cuore, come una cicatrice.

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La dinamica dell’incidente sul ghiaccio e le stranezze

Ha raccontato di aver visto tante cadute da allenatore, anche brutte. Nessuna però per lui è stata come quella di Lorenzi: “È caduta e ha sbattuto la faccia sul ghiaccio”. Questo perché la reazione immediata della sciatrice non è stata quella che ci si sarebbe aspettati: “Quando cadono, di solito le ragazze urlano dal dolore. Magari si sono rotte una gamba o un braccio. Può succedere. Invece Matilde era già incosciente. Non ha urlato. Era lì, ferma”. Non ha voluto parlare di quanto accaduto nell’immediato post-caduta, perché si tratta di un dolore estremamente forte, da tenere per sé.

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Un’occasione anche per dire la propria su quel tratto di pista, in cui non c’erano le reti di protezione. Angelo Weiss ha spiegato il perché: “Quella non è una zona pericolosa. Non ci sono rocce o alberi. Nulla. Matilde è scesa e ha battuto la testa”. Adesso per l’allenatore non è il momento di pensare ad un’ipotetica riapertura del caso: “Vedremo i nuovi accertamenti. Io per ora provo un grande dolore”.

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