Lavoro e formazione

Secondo il rapporto di Antigone cresce, seppure leggermente, il numero delle persone che lavorano in carcere alle dipendenze del carcere stesso. «Erano 16.305 al 30 giugno 2023 e sono salite a 17.096 alla stessa data del 2024 – si legge nel rapporto -.

Aumentano invece significativamente quanti lavorano per altri datori di lavoro, che sono passati da 2.848 al 30 giugno 2023 a 3.144 al 30 giugno 2024. Sono cresciuti sia i semiliberi (+84), sia le persone in art. 21 (+117), sia le persone che in carcere lavorano per datori privati, siano queste cooperative sociali (+62) o imprese profit (+29). Il numero di quanti lavorano per queste ultime resta comunque molto basso. Al 30 giugno 2024 i detenuti che lavoravano per imprese private tradizionali erano solo 213, mentre erano 899 quelli che lavoravano per cooperative sociali».

Francia: record e misure emergenziali

Anche la Francia registra numeri allarmanti. Secondo il Ministero della Giustizia, al 1° marzo 2025 erano detenute 82.152 persone, un nuovo record per il Paese. La capienza ufficiale, invece, era di 62.539 posti, con un tasso di sovraffollamento pari al 131,7% – ben al di sopra del limite di guardia. In 15 istituti penitenziari si è superato addirittura il 200%. La situazione nelle carceri francesi è così grave che oltre 4.500 detenuti sono costretti a dormire su materassi poggiati a terra. Per affrontare l’emergenza, il ministro della Giustizia Gérald Darmanin ha annunciato un piano per costruire 15.000 nuovi posti entro il 2029 e ha chiesto che i detenuti stranieri idonei siano trasferiti nei loro Paesi d’origine per scontare lì la pena.

Spagna: meno sovraffollamento, più reinserimento

La Spagna, pur registrando un aumento della popolazione carceraria (56.698 detenuti nel 2023), mantiene un tasso di sovraffollamento relativamente contenuto: il 75% secondo l’ultima riforma penitenziaria. Il Paese ha adottato un approccio più rieducativo: il sistema progressivo consente ai detenuti un passaggio graduale verso regimi più aperti, in base al comportamento e al rischio di recidiva. Notevole anche il ruolo dei Centri di Inserimento Sociale (CIS), che permettono ai reclusi di lavorare o studiare all’esterno durante il giorno. I dati mostrano che l’80% dei detenuti rilasciati non torna a delinquere.

Austria: pochi posti, poche riforme

In Austria, al 1° maggio 2025, si contavano 9.915 detenuti contro una capienza ufficiale di 8.263 posti (occupazione al 108,75%). Il Paese è stato criticato dalla Corte dei Conti per l’assenza di investimenti in programmi di reinserimento e per la scarsità di personale. Secondo gli esperti, in Austria si ricorre ancora troppo frequentemente alla pena detentiva, spesso anche per reati minori. Nonostante le criticità siano note da anni, finora non sono state introdotte riforme strutturali di rilievo.

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