L’instabilità del settore legno in Europa
Secondo Etifor, l’intero mercato del legno si trova attualmente in una condizione di forte incertezza sia negli Stati Uniti sia in Europa. Tra i fattori principali di instabilità, oltre alle politiche protezionistiche di Trump, ci sono anche le «possibili politiche di risposta e compensazione adottate dai Paesi coinvolti a fronte di un ritorno dei dazi; i conseguenti meccanismi di diversificazione dei flussi commerciali, ovvero più legname del Canada verso l’Unione europea, l’Australia che ritornerebbe a esportare verso la Cina insieme alla Russia che, a seguito dell’embargo europeo, ha già intensificato l’export verso la stessa; la European Union Deforestation-free Products Regulation (Eudr), una normativa rispetto alla quale ancora pochi attori della filiera si sono pienamente adeguati.
Il prezzo del grezzo in Europa, inoltre, è cresciuto in media fino al 25% negli ultimi 18 mesi, anche grazie alla stabilizzazione delle condizioni ambientali dopo i grandi problemi delle foreste dovuti agli schianti da vento e ai successivi attacchi di insetti come il bostrico.
Il ruolo della Cina
Sempre secondo l’analisi di Etifor, in questa fase interlocutoria sarà determinante il ruolo dei dazi al 125% paventati da Trump nei confronti della Cina, il secondo esportatore mondiale di mobili verso gli Stati Uniti, con 6,6 miliardi di dollari, che rappresenta circa il 24% dell’import di legname grezzo e lavorato, preceduta dal Vietnam (8,3 miliardi di dollari) e seguita dal Canada (2,9 miliardi). Il primo esportatore europeo è proprio l’Italia, al sesto posto quanto a volumi di acquisti, con 1,3 miliardi di dollari sui 3,1 totali esportati dall’Unione europea verso gli Usa.
Le opportunità per il legno italiano
«Di fatto potrebbe aprirsi, anche in presenza di dazi sull’export europeo, una considerevole fetta di mercato statunitense non più presidiata dalla Cina, che potrebbe essere occupata da altri esportatori, Italia in primis, che può puntare su qualità di materia prima e lavorazioni e potenziare le esportazioni di prodotti di alta gamma – spiega Mauro Masiero, direttore scientifico di Etifor -. Gli Stati Uniti sono storicamente la prima destinazione dell’export di mobili in legno cinese, ma va ricordato che negli ultimi anni l’export cinese ha vissuto difficoltà rispetto a mercati più esigenti sul piano degli standard tecnici e dei requisiti ambientali, come ad esempio il mercato giapponese e quello australiano».
Inoltre, se entrassero in vigore i dazi, che potrebbero arrivare al 39% per il legname importato dal Canada e colpire in particolare le conifere per attività edilizie, «si assisterebbe negli Stati Uniti ad un impatto immediato sul costo delle case in legno, stimato intorno ai 10mila dollari in più per abitazione», prosegue lo studio. In Europa, invece, la maggiore capacità di esportazione canadese contribuirebbe a ridurre i prezzi del legname grezzo e semilavorato.