Oltre la California che si è mossa per prima, sono una dozzina gli Stati che hanno fatto causa a Donald Trump sui dazi. Si tratta, tra gli altri, di Arizona, Colorado, Connecticut, Delaware, Maine, Minnesota, Nevada, New Mexico e Vermont. Tutti gli stati hanno procuratori generali democratici, ma Nevada e Vermont hanno governatori repubblicani. Ci sono poi New York, Illinois e Oregon.
Tutti gli Stati che fanno causa al presidente Trump sostengono che non ha il potere di «imporre dazi arbitrariamente». Lo scrive il New York Times. Sostengono anche che solo il Congresso ha il potere di legiferare sulle tariffe, e chiedono alla Corte di impedire all’amministrazione Trump di applicare quelli che definiscono dazi illegali.
«Questi editti riflettono una politica commerciale nazionale che dipende dai capricci del presidente piuttosto che dal corretto esercizio della sua legittima autorità», si legge nella causa, presentata dai procuratori generali degli stati presso la Corte per il Commercio Internazionale degli Stati Uniti.
Il primo che si è mosso, il governatore della California Gavin Newsom, assieme al procuratore generale, ha affermato, nella causa intentata la settimana scorsa, che i dazi hanno provocato «immediato e irreparabile danno» all’economia dello Stato.
Anche funzionari e aziende dell’Oregon, principale attore in questa causa collettiva intentata mercoledì 23 aprile, hanno espresso preoccupazione per la vulnerabilità dell’economia dello Stato, dipendente dal commercio, nonché del suo settore dell’abbigliamento sportivo, a seguito dei dazi.