Via libera dell’Unione europea ai dazi anche sui mini pacchi, oggi esenti da tariffe doganali. Il Consiglio Ue Ecofin ha abolito infatti l’esenzione dai dazi doganali per i pacchi in ingresso nell’Unione che valgono meno di 150 euro. La volontà è quella di dare il prima possibile una stretta al diluvio di pacchetti in arrivo per lo più dall’e-commerce cinese e con il via libera dell’Ecofin la norma potrebbe finire nella legge di bilancio, già dal 2026 nelle ambizioni del Consiglio Ue, e non solo dal 2028 come vorrebbe la riforma ufficialmente approvata. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si è detto “soddisfatto”, parlando di “un fenomeno che sta distruggendo il commercio al dettaglio”, ha segnalato a Bruxelles.
Una misura in linea alla “discussione sulla concorrenza sleale” e “un passo fondamentale per gestire al meglio l’aumento dei piccoli pacchi, in particolare provenienti dalla Cina”, ha sottolineato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
Il regolamento è stato approvato, ma il tutto dovrebbe entrare in vigore solo nel 2028 con la riforma complessiva del quadro doganale, che introdurrà anche una piattaforma centrale per la gestione delle importazioni, voluta anche per rafforzare i controlli. L’idea è ora di lavorare a una soluzione transitoria. “Il ritiro dell’esenzione nel 2028 sarebbe troppo tardi”, ha spiegato la ministra danese Stephanie Lose, alla presidenza di turno del Consiglio Ue. Serve “fare qualcosa prima, perché il problema dei pacchi a basso valore è enorme”.
L’idea è di arrivare già all’Ecofin di dicembre con un primo aggiornamento. Quanto alle cifre coinvolte, solo nel 2024 “sono stati importati 4,6 miliardi di articoli sotto i 150 euro, il 91% dei quali provenienti dalla Cina”, ha segnalato il commissario Ue all’Economia Valdis Dombrovskis. Nel concreto, è ancora tutto da capire come sarà strutturato l’anticipo già al 2026 dei dazi ai pacchetti extra-Ue più piccoli. Sembra probabile vengano introdotte tariffe medie approssimative, non essendoci ancora il Data Hub doganale in grado di gestire i valori su cui applicare i dazi. E la Commissione dovrà innanzitutto fare verifiche sul rispetto delle regole Wto. Un’incognita anche come saranno ripartite le entrate delle misure transitorie (i dazi vanno per il 75% al Bilancio Ue e per il 25% a compensazione dei costi per lo Stato che li riscuote). Gli Stati, comunque, si sarebbero detti pronti ad anticipare a livello nazionale la misura.












