Tanti piccoli segnali, ma nessuna misura shock: Isee rivisto, congedi e bonus rafforzati. «Per la famiglia stanziamo 1,6 miliardi in più, con interventi che rafforzano il sostegno alla natalità e tutelano la prima casa», aveva detto la premier Giorgia Meloni dopo il Consiglio dei ministri del 17 ottobre che ha approvato la manovra per il 2026: nel complesso del triennio il capitolo delle misure per i nuclei familiari e il contrasto alla povertà cuba 3,5 miliardi. Rispetto alle ipotesi al vaglio alla vigilia, nel testo bollinato è decaduta l’idea di modificare il calcolo delle detrazioni fiscali di oneri e spese legato al quoziente familiare e ha invece resistito la revisione dell’Isee, l’Indicatore di situazione economica equivalente necessario per accedere a diversi servizi e agevolazioni. Ma in versione limitata.
Isee rivisto per l’accesso a cinque prestazioni
Le modifiche varranno, infatti, solo per l’accesso a cinque agevolazioni: assegno di inclusione, supporto formazione e lavoro, assegno unico, bonus nido e bonus bebè. La prima casa sarà cancellata dal calcolo dell’indicatore fino a un valore catastale di 91.500 euro (oggi l’esclusione si ferma a 52mila euro), incrementata di 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al primo invece che dal terzo. Il Governo ha messo anche mano alle scale di equivalenza, modificando le maggiorazioni Isee finora riconosciute nella misura di 0,2 punti in caso di nuclei familiari con tre figli, 0,35 in caso di quattro figli, 0,5 con almeno cinque figli: dal 2026, secondo lo schema proposto, dovrebbero espandersi alle famiglie con due figli (0,1 punti) e aumentare a 0,25 in caso di tre figli, 0,40 in caso di quattro figli e 0,55 con cinque figli.
Nel 2026 il costo stimato è di 465 milioni in più
Secondo la relazione tecnica, i benefici sono così distribuiti: per l’assegno di inclusione si stima un incremento della platea di poco superiore al 2%, ossia ulteriori 14mila famiglie che, con un importo mensile medio di 710 euro, comporterebbero un aumento di spesa di 119,3 milioni nel primo anno. Per il supporto formazione e lavoro, l’incremento dei nuclei beneficiari è calcolato in circa 2.300 che, con 500 euro al mese per 12 mensilità, implicherebbe 13,8 milioni annui in più. Per l’assegno unico universale, l’importo aggiuntivo derivante dalla norma è considerato pari a 324,1 milioni. Per il bonus nido, si tratta di circa 12mila bimbi in più, con un rimborso medio aggiuntivo di 61 euro al mese nel 2026: 5,1 milioni di euro nel 2026. Infine, per il bonus nuovi nati (mille euro una tantum per famiglie con Isee inferiore a 40mila euro) il costo è stimato in 3,2 milioni. In tutto, per l’anno prossimo si parla di 465 milioni aggiuntivi, previsti in crescita fino a 540,3 nel 2035.
Il bonus mamme lavoratrici sale da 40 a 60 euro al mese
La manovra conferma il bonus per le madri lavoratrici dipendenti e autonome iscritte a gestioni previdenziali obbligatorie con due figli e fino al compimento del decimo anno di vita del secondo: l’agevolazione, che riguarda le donne con redditi fino a 40mila euro, passa inoltre da 40 a 60 euro mensili (+50%). La spesa complessiva è valutata in 630 milioni per l’anno prossimo. Sono escluse colf e badanti.
Esonero contributivo per l’assunzione di mamme con più di tre figli
Per l’assunzione di lavoratrici madri di almeno tre figli under 18 e prive di impiego da almeno sei mesi, la legge di bilancio prevede l’esonero al 100% dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore privato, nel limite di importo di 8mila euro annui. Se il contratto è a tempo determinato, anche in somministrazione, l’esonero spetta per un anno dalla data di assunzione. Se viene trasformato in tempo indeterminato è riconosciuto fino a 18 mesi. Se parte direttamente a tempo pieno l’esonero compete per 24 mesi. Il limite di spesa ammonta a 5,7 milioni per il 2026, 18,3 milioni nel 2027 e 24,7 milioni nel 2028 per poi salire gradualmente fino a 28,9 milioni dal 2035. L’onere a carico della finanza pubblica è stimato in 5,7 milioni nel 2026, 16,1 milioni nel 2027, 18,5 milioni nel 2028 a crescere fino a 22,3 milioni nel 2035.