Riparte il valzer delle acquisizioni tra le cantine italiane. Se il vino registra qualche segnale di difficoltà nei consumi soprattutto per i vini fermi di fascia media, non conoscono crisi gli spumanti e le bottiglie di denominazioni ed aree con una precisa identità e un posizionamento medio alto. E così non cala l’appeal neanche delle cantine italiane i cui prodotti rientrano in queste categorie. E così da Nord a Sud, anche grazie alle recenti riduzioni del costo del denaro che di certo sta favorendo gli investimenti, sta ripartendo una nuova campagna di acquisizioni.

Tra le aree di grande pregio ci sono certamente le Langhe e così tornano forti i rumors attorno a Castello di Neive, azienda storica del Barbaresco. Già nei mesi scorsi si era parlato di un interessamento della cantina di Montalcino, Argiano. In tempi più recenti pare che ci siano anche altri pretendenti. Il problema non è la domanda ma l’offerta. In questi giorni, infatti, rimbalzano dal Piemonte notizie di una compagine proprietaria spaccata. Sembra decisa a vendere Carolina Stupino, erede del fondatore. Ma la sua volontà si scontra con quella di un azionista rilevante (con una quota di circa il 30%), il finanziere greco Giorgio Psacharopulo. Si vedrà nelle prossime settimane se gli attuali proprietari troveranno un accordo sul futuro dell’azienda.

Da una grande denominazione con identità e posizionamento come le Langhe a un’altra, la Valpolicella, e a una cantina che rafforza identità territoriale e posizionamento dei prodotti un brand forte e riconoscibile: Zenato. Tra i proprietari sembrava raggiunto un accordo sulla gestione che aveva portato nei mesi scorsi a trasformare in amministratore il liquidatore nominato dal Tribunale di Venezia, il commercialista Lorenzo Miollo. Ma, sottotraccia, continuano gli incontri con possibili pretendenti, nei mesi scorsi richieste di informazioni sono venute da importanti gruppi del vino made in Italy: da Santa Margherita Gruppo Vinicolo a Ferrari Spumanti fino a Fantini Group. Non è un mistero che un brand celebre come Zenato che ha nel proprio portafoglio prodotti Amarone, Ripasso della Valpolicella e Lugana (da anni il vino bianco italiano con le migliori performance in termini di redditività) possa far gola a tanti.

Sul mercato stanno tirando le grandi denominazioni e gli spumanti. E infatti l’altra area in cui stanno maturando alcune operazioni di merger è la Franciacorta. Tra i motivi che spesso spingono sul mercato una cantina ci sono le difficoltà nel passaggio generazionale. È il caso ad esempio di Quadra etichetta che risulta sul mercato perché nella famiglia non c’è chi sia pronto a prendere le redini del fondatore, Ugo Ghezzi, dopo l’uscita dell’ex dg Mario Falcetti. Tra i pretendenti ci sarebbe il Gruppo Unipol che già vanta una presenza nel vino con Fattorie del Cerro, La Poderina e Monterufoli in Toscana e Colpetrone in Umbria. Sempre in Franciacorta altra azienda che potrebbe finire sul mercato è Mirabella dove il principale socio Giuseppe Chitarra (detiene il 24%) vuole uscire e la famiglia si oppone. La famiglia fondatrice Schiavi con Alberto (10%) e Alessandro (15%) detiene di fatto il 25%. Altre quote rilevanti fanno capo a Il Dosso (22%) e Francesco Bracchi (18%). Non sarebbe certo il primo caso nel quale a causa di un contrasto nella compagine societaria si possa arrivare a una cessione.

Da questa nuova ondata di acquisizioni non è escluso il Sud. Due operazioni sono in pista in Puglia. La famiglia pugliese Varvaglione è vicina all’acquisto delle tre aziende del vignaiolo salentino Claudio Quarta, due cantine sono in Salento e una in Irpinia. L’asse Campania-Puglia torna a parti invertite nel caso della cantina e dei vigneti nell’area di Castel del Monte (Bari) che fanno capo al Conte Onofrio Spagnoletti Zeuli potrebbero presto finire nelle mani di una vecchia conoscenza del settore agroalimentare: le trattative sono con la famiglia Casillo quella del già noto re del grano, Pasquale.

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