Sedici articoli che spaziano dal Ponte sullo Stretto alle tariffe per i voli soggetti agli oneri di servizio pubblico, passando per Codice degli appalti, Pnrr e concessioni autostradali. È un piatto variegato quello che sta preparando il ministero guidato da Matteo Salvini anche se il testo è ancora una bozza tutta da definire, con punti ancora da scrivere e con diversi tratti di penna rossa. La bozza del decreto legge Infrastrutture è ora all’esame della Ragioneria e non stupirebbe quindi che nei prossimi giorni l’articolato possa ancora cambiare volto, soprattutto su alcuni dossier caldi come la questione dei porti, che tiene banco nella politica ligure alle prese con le elezioni del sindaco di Genova in programma il 25 maggio.
Secondo lo schema che circola in questi giorni però ci sarebbero alcuni punti fermi. Tra questi gli aggiustamenti al Codice degli appalti e la revisione prezzi per il Ponte sullo stretto. Sul primo fronte, caro alle imprese di costruzione, ma anche a quelle di servizi, arriva un chiarimento sulla norma in materia di subappalti inserita nel Correttivo.
Ponte sullo Stretto
È il primo punto della bozza invece a estendere ai servizi accessori la revisione prezzi già prevista per il contraente generale per la costruzione del Ponte sullo Stretto: i costi sempre secondo la bozza, non dovranno sforare un incremento del 50% come previsto dalle norme comunitarie, pena il riavvio di una nuova procedura di gara. Diminuiscono anche le garanzie per le grandi opere, quelle oltre i 2 miliardi di euro e dunque ancora una volta il Ponte sullo Stretto ma probabilmente anche la Diga foranea di Genova: la bozza prevede che «la percentuale minima del 20% per la determinazione del limite di indennizzo» può essere ridotta, rispettando il principio di proporzionalità, fino al 3% del valore dell’opera. Inoltre alla società Stretto di Messina, committente del Ponte, viene assegnata la funzione di stazione appaltante qualificata: una volta che il decreto sarà approvato potrà quindi bandire gare pubbliche.
Codice appalti
Per quanto riguarda il Codice degli appalti e la sua ultima revisione l’indicazione conferma ciò che ora è ormai evidente e cioè che sulla stretta al subappalto Salvini non fa passi indietro. Il decreto infatti si limita a chiarire che il giro di vite si applica dal momento dell’entrata in vigore del correttivo e quindi a decorrere dal 31 dicembre 2024: sono salvi i bandi e le procedure «in corso», quelli cioè pubblicate prima di quella data, per le quali quindi gli appaltatori potranno continuare ad avvalersi delle certificazioni dei subappaltatori per le qualificazioni Soa utili per partecipare alle gare pubbliche.
Concessioni autostradali
Ce n’è anche per le autostrade con due importanti novità che se confermate cambierebbero il dna delle concessioni. Innanzitutto con il rafforzamento del ruolo di Art, l’authority di regolazione dei trasporti guidata da Nicola Zaccheo. Sul fronte dei pedaggi la bozza prevede di abbandonare l’attuale sistema di approvazione caso per caso con singoli provvedimenti ad hoc ma al contrario di utilizzare «il sistema tariffario per l’individuazione di tariffe adottato dall’Art». Sul fronte delle concessioni inoltre viene stabilito che per tre anni a decorrere dall’entrata in vigore del decreto, per agevolare l’avvio delle nuove gare, nelle more della presentazione del piano economico-finanziario il Mit «è autorizzato ad adottare, anche in modalità stralcio, l’elenco dei lavori e delle opere di manutenzione straordinaria da inserire nei bandi di gara».