La prigione dei vinti

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I vinti hanno la faccia al muro e il capo chino perché è così che vanno le cose nella prigione di guerra. Tengono le mani dietro la schiena come legate da manette immaginarie. Non emettono un fiato. È la regola. Lungo un corridoio scuro tagliato da spifferi gelidi, settantacinque uomini in giubba di panno blu e berretto nero fino a un secondo fa marciavano in fila indiana verso il refettorio e d’un tratto si sono bloccati.

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