Sono 15 i nuovi progetti di centro commerciali in fase di realizzazione in Italia tra nuove aperture e ampliamenti. Un trend di «Crescita moderata» come dice Mario Resca, presidente di Confimprese, commentando i dati dell’Osservatorio retail real estate realizzata in esclusiva da Reno your retail partners sull’andamento dei centri commerciali in Italia evidenzia un canale che, pur essendo maturo, mostra dinamismo e capacità di innovazione.

I numeri

Secondo la roadmap presentata da Gian Enrico Buso, managing partner di Reno your retail partners entro il 2027 verranno inaugurati altri 15 centri che si andranno ad aggiungere alle altre 1.346 grandi strutture commerciali tra retail park, outlet e centri commerciali. Attualmente sono in sviluppo i parchi commerciali e il canale travel grazie a un +10,1% nel periodo 2019-2024 mentre sono in leggero calo i factory outlet center (-0,6%). In evoluzione la domanda delle catene del retail che in questo periodo manifestano interesse verso i centri commerciali premium e di fascia media, format con una minima percentuale di locali sfitti. «I centri commerciali sono canali di aggregazione e si devono evolvere con idee innovative per attirare un consumatore che mostra un atteggiamento prudente in relazione al ridotto potere di spesa e all’instabilità geopolitica – sottolinea Mario Resca, presidente Confimprese –. Non stupisce che siano in aumento lo sviluppo del settore food&beverage e del pet&garden, entrambi retaggi del post-covid. Le persone si orientano verso offerte ristorative più economiche senza rinunciare ai consumi fuori casa e mostrano una rinnovata attenzione per gli animali. Si tratta di tendenze che potrebbero diventare strutturali e indicare ai retailer la via da seguire nello sviluppo delle reti distributive». A ottobre, evidenzia Osservatorio Catene Reno, una sostanziale evoluzione del retail non food e il food& beverage. Dal 2021 le 71 catene analizzate evidenziano come chiusure, aperture e ricollocazioni abbiano interessato il 27% dei quasi 16mila punti vendita. I settori merceologici con la dinamica di sviluppo più intensa sono proprio quello del food & beverage e il pet&garden mentre quelli più stabili sono casa, elettronica e beni per la persona. Il Nord-ovest si conferma fulcro dello sviluppo con i centri commerciali e quelli urbani, storici sono i luoghi privilegiati del retail, ma crescono le formule nei contesti di traffico veicolare e di destinazione. «Il mercato sta attraversando una fase di profonda trasformazione – segnala Gian Enrico Buso, managing partner di Reno your retail partners –. Le catene retail stanno innovando attraverso strategie multiple: nuove aperture, rilocazioni strategiche e un nuovo mix di mercati e brand, mentre i centri commerciali evolvono da pure destinazioni shopping a veri hub territoriali multifunzionali. La chiave del successo sta nella capacità di anticipare e soddisfare le nuove esigenze dei consumatori». Cambiano anche i momenti di frequentazione dei shopping center. A dirlo gli ultimi dati di PlaceSense che evidenziano un +4,8% dei visitatori su un campione di 160 centri commerciali con un +20,5% rispetto al 2021 con un aumento del traffico, degli ingressi nei giorni feriali con una crescita delle fasce mattutine a discapito di quelle serali mentre c’è un leggero calo nel weekend.

L’accordo tra Cncc e Confimprese

In evoluzione anche i rapporti tra proprietà dei centri commerciali e i loro inquilini, i tenant mettendo al centro i dati. È stato così siglato un kit con le linee guida e le best practice per la gestione dei centri commerciali, risultato del lavoro congiunto tra le due associazioni avviato a fine 2023 col proposito di rendere le relazioni tra gli stakeholder più efficaci e proficue, identificando dei comportamenti virtuosi da adottare in totale trasparenza. Alle insegne viene chiesto di condividere i dati degli acquisti ma anche quelli relativi a quanto è ordinato online e poi ritirato nel negozio. A loro volta le società che gestiscono i centri commerciali dovrebbero condividere i dati dei flussi dei visitatori e i fatturati sia a eventi e attività che a eventi e attività di marketing. In questo modo le parti riescono ad avere un quadro completo, punto di partenza per implementare strategie di marketing e altre azioni per attirare nuovi visitatori, con un focus sui giovani, creare nuovi servizi e attività innovative le cui ricadute saranno a vantaggio di tutti gli operatori. «È importante instaurare un dialogo continuativo tra landlord e tenant, perché il vero lavoro insieme inizia una volta che i contratti sono stati firmati, trovando il modo anche di venire incontro alle reciproche esigenze – commenta Roberto Zoia, presidente di Cncc -. Ad esempio, ai landlord è richiesta maggiore comunicazione mentre dai tenant ci si aspetta più partecipazione ai momenti comuni della vita del centro, come le assemblee. Gestori e locatari sono alleati, col comune obiettivo di ottenere i migliori risultati, ritengo sia giunta l’ora di sorpassare l’idea che occupino posizioni contrapposte, sebbene in passato vi siano state alcune tensioni, emerse soprattutto in momenti particolarmente difficili come il Covid o l’impennata dell’inflazione. Le linee guida elaborate di concerto con Confimprese vanno proprio in questa direzione, descrivendo dei comportamenti virtuosi per tutti gli stakeholder, nella consapevolezza che una relazione sana non può che portare a un miglioramento delle performance dei centri, a beneficio di tutte le parti coinvolte». Da parte sua Mario Resca aggiunge: «L’accordo con Cncc segna una svolta importante, che riunisce l’intera catena del valore di chi crea, investe e sostiene i luoghi dello shopping. Si apre una fase di maggiore collaborazione tra retailer e proprietà immobiliari per il buon funzionamento dei centri commerciali e di trasparenza nella condivisione delle informazioni legate a preventivi e consuntivi da parte dei landlord nei confronti dei tenant, in modo da permettere a questi ultimi una partecipazione più consapevole alle assemblee – rimarca il presidente di Confimprese -. I consumi stanno attraversando una fase delicata, le dinamiche in punto vendita sono influenzate da un atteggiamento modificato dei consumatori, che riducono le uscite o si orientano verso offerte più economiche, anche a causa dell’inflazione, che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie Il legame sempre più solido con l’associazione nazionale dei centri commerciali ci permetterà di sostenere le nostre imprese nello sviluppo della rete distributiva e nel sostegno ai consumi».

Nei centri commerciali si registrano circa 1,9 miliardi di presenze l’anno mentre il giro d’affari complessivo tocca i 171 miliardi. Il personale impiegato ammonta a 748mila addetti.

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