Il pacemaker è un dispositivo medico elettrico impiantato per correggere aritmie cardiache. Grande quanto una moneta da due euro, è composto da un generatore di impulsi ed elettrocateteri collegati al cuore e quando rileva anomalie, invia segnali elettrici per stimolare il muscolo cardiaco, assicurando un ritmo stabile.
A cosa serve il pacemaker
Il pacemaker è la terapia più efficace nei pazienti con bradicardia, e che dunque presentano un ritmo del cuore troppo lento. È in grado di ristabilire il giusto ritmo cardiaco mediante l’invio di impulsi elettrici. La patologia si caratterizza per un ritmo del cuore inferiore a 60 pulsazioni al minuto, il sangue ossigenato che viene pompato è così insufficiente a soddisfare le necessità dell’organismo con conseguenti cali di energia, vertigini, dispnea, svenimenti.
Inserito solitamente vicino alla clavicola, il pacemaker monitora costantemente il cuore e interviene autonomamente in caso di rallentamento del ritmo cardiaco. I moderni dispositivi sono programmabili e possono trasmettere dati al medico, permettendo un controllo remoto. La batteria dura in media 7-10 anni, dopo di che va sostituita con un intervento minore.
L’impianto di pacemaker
Il pacemaker viene impiantato sottopelle nel corso di un intervento chirurgico in anestesia locale e prevede una piccola incisione nella parte alta del petto per permetterne l’inserimento, una sorta di tasca. Il dispositivo è collegato a uno o due fili (elettrocateteri) a loro volta posti in comunicazione con il muscolo cardiaco.
Il pacemaker viene programmato mediante un computer apposito, grazie al quale lo specialista può visualizzare tutte le informazioni che riguardano il cuore del paziente e il suo funzionamento.
L’intervento può durare un tempo compreso tra i 45 e i 90 minuti e il ricovero necessario è della durata di 3-4 giorni.
La convalescenza
La dimissione del paziente normalmente avviene il giorno successivo all’operazione. La dimissione del paziente normalmente avviene il giorno successivo all’operazione. Il chirurgo, a seguito dell’impianto, indica le successive visite di controllo in base alle condizioni cliniche. Normalmente il primo controllo viene effettuato a distanza di circa un mese dall’impianto. Al termine della durata della batteria, che come detto è normalmente di 7-10 anni, viene programmata la sostituzione del pacemaker.