Per i bancari è in arrivo un aumento di 50 euro medi per la terza area professionale, 4° livello retributivo, da riparametrare sui diversi inquadramenti. Il contatore dell’aumento ricevuto, dei 435 euro medi a regime che erano stati concordati da Abi e dai sindacati (Fabi, First, Fisac, Uilca, Unisin) a novembre del 2023, sale quindi a 405 euro a partire dal 1° giugno. Rimane poi un’ultima tranche di 30 euro che verrà corrisposta nel marzo del 2026, ossia in coincidenza con la scadenza del contratto.

L’aumento straordinario

Come emerso dai dati Istat e da diversi studi sulla contrattazione nel nostro Paese, il rinnovo del contratto dei bancari è stato quello che ha consentito ai lavoratori il maggior recupero del loro potere d’acquisto, tenuto conto del picco inflattivo che si è verificato nel triennio passato. In questo hanno sicuramente avuto un ruolo gli utili elevati come non mai che ci sono stati nel settore bancario. In particolare, come detto, le parti hanno concordato adeguamenti dello stipendio pari a 435 euro complessivi per la figura di riferimento del negoziato, da riconoscere in 4 quote, la prima e più importante subito, a decorrere dal 1° luglio del 2023, l’ultima, più leggera, dal 1° marzo del 2026. Inoltre il contratto ha portato anche al superamento della base di calcolo calmierata del trattamento di fine rapporto che era stata introdotta con il contratto del 2012.

L’orario e gli accordi aziendali

Il contratto ha affrontato molti temi rilevanti che hanno richiesto successivi accordi in sede aziendale, come la riduzione dell’orario di lavoro settimanale, a partire dal 1° luglio del 2024, di 30 minuti, da 37,5 a 37 ore. Tutto a parità di retribuzione. Inoltre ha portato al rafforzamento delle funzioni di cabina di regia del comitato nazionale paritetico istituito con il contratto del 2019 sull’innovazione tecnologica e sul benessere sul luogo di lavoro. E ha messo al centro la formazione, attraverso un incremento del quantitativo di ore retribuite e una migliore accessibilità ai finanziamenti di programmi formativi.

Il risiko bancario

Il settore sta vivendo una fase storica davvero particolare. Come emerso nei giorni scorsi al 129° consiglio nazionale della Fabi, ci sono oltre 102mila bancari, uno su tre, interessati da ben 5 offerte pubbliche di scambio (Unicredit-Banco Bpm, Banco Bpm-Anima, Bper-Popolare di Sondrio, Mps-Mediobanca e Ifis-Illimity) che sono state annunciate in pochi mesi, generando non poca incertezza tra i lavoratori. Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, pur non lasciandosi andare a facili previsioni sul possibile impatto occupazionale che potrebbe esserci nei prossimi mesi, ha spiegato che nel sindacato c’è consapevolezza del fatto che «quando si mettono insieme due strutture ci possano essere degli esuberi. Quello bancario non è un sistema, è un settore dove c’è una certa competizione. Il sindacato deve farsi trovare preparato, ci siamo costruiti strumenti per essere autonomi, ci risolviamo i problemi all’interno senza stressare e senza licenziamenti». E questo grazie agli strumenti che sono stati rafforzati anche con l’ultimo contratto.

Gli strumenti del contratto

Tra i temi di rilievo dell’ultimo rinnovo rientra anche la manutenzione degli strumenti del contratto dei bancari. Come ha spiegato il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, si tratta del «miglior contratto per aggiornamento e tutela del valore reale di acquisto e per spessore giuridico di diritti, doveri e responsabilità. E’ un lavoro sedimentato. Non faccio profezie sui numeri dei bancari, ogni banca ha il suo progetto di business e le tendenze non sono omogenee. Siamo in un mercato che cambia così rapidamente, ma il settore bancario è il più colto e il più attrezzato culturalmente e metodologicamente per non subire e affrontare il domani». Ossia da un lato l’evoluzione tecnologica per cui è stata rafforzata l’apposita cabina di regia ed è stata aumentata la formazione. E dall’altro lato l’evoluzione del risiko bancario per il quale restano i due pilastri della contrattazione del credito e cioè il Fondo di solidarierà e il Fondo per l’occupazione. L’ultimo rinnovo del contratto del 2023 ha stabilito ulteriori sinergie tra i due strumenti, anche in ottica di passaggio generazionale, oltre ad una valorizzazione dell’atttività del Prosolidar.

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