Con lo stop deciso da Donald Trump agli aiuti all’Ucraina, si è allargato a 23 miliardi di euro il divario tra le risorse messe a disposizione dall’Europa e quelle stanziate dagli Stati Uniti. Secondo il monitoraggio dell’Istituto di Kiel per l’economia mondiale (Ifw), tra il 24 gennaio del 2022 e febbraio del 2025, l’Europa ha destinato all’alleato aggredito dalla Russia 138 miliardi in tutto, tra sostegno militare, finanziario e umanitario, contro i 115 degli Usa. L’Europa ha poi annunciato altri 97 miliardi di aiuti che devono ancora essere allocati.

Lo stop di Trump

Da quando il presidente Trump si è insediato, il 20 gennaio 2025, nessun nuovo pacchetto di aiuti è stato annunciato dalla sua Amministrazione, che ha rovesciato la posizione di Washington sul conflitto. L’ultimo stanziamento resta così quello da 480 milioni di euro deciso da Joe Biden, poco prima di lasciare la Casa Bianca, il 9 gennaio.

Con l’esercito russo all’offensiva per infliggere più danni possibili, Kyiv ha invece bisogno di rifornimenti per difendere la propria popolazione. Lo ha ricordato anche ieri il presidente Volodymyr Zelensky, che si è detto pronto ad acquistare i sistemi di difesa aerea Patriot.

In questa fase, l’onere ricade tutto sull’Europa. A gennaio e febbraio, la Svezia ha stanziato 1,1 miliardi di euro, la Danimarca 690 milioni, la Norvegia 610 milioni, la Germania 450 e il Regno Unito 360. La Commissione europea ha recentemente erogato all’Ucraina un prestito da 3 miliardi di euro.

Da Berlino, il futuro cancelliere, Friedrich Merz, ha ribadito in questi giorni l’intenzione di fornire i missili da crociera Taurus a Kyiv, se i partner europei saranno d’accordo. Sarebbe una svolta rispetto alla linea seguita dal predecessore Olaf Scholz, che ha sempre rifiutato di mettere a disposizione armi in grado di colpire in profondità nel territorio russo.

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