Striscioni di contestazione, niente cori d’incitamento: è così che i sostenitori dei rossoneri accolgono la squadra in occasione della partita col Grifone. E a fine incontro abbandonando lo stadio in anticipo, poco prima del 3-3 dei rossoblu.

Silenzio che parla. Striscioni rumorosi. Tifosi del Milan che mantengono la promessa e lasciano che il ‘diavolo’ affronti l’incontro di campionato in una clima surreale, di contestazione strisciante. Addirittura vanno via dieci minuti prima che finisca la partita. Nemmeno il guizzo di Giroud, che cala il tris, serve a riconciliare. Occorrerà dell’altro. E in ogni caso non può avvenire oggi. Non ancora. Il boato che si sente è quello dei luguri che, in maniera rocambolesca trovano addirittura il 3-3.

Il successo in rimonta per 3-2 è illusorio, solo uno zuccherino che toglie l’amaro di bocca ma non cambia la sostanza delle cose. Anzi, la stoccata di Retegui, sia pure di rimpallo, lascia un groppo in gola. Non c’è bisogno di gridare dissenso coi cori, basta il contenuto di quelle scritte che compaiono nel settore più caldo dei sostenitori rossoneri. “Un progetto vincente parte dalla società. Coesione, ambizione, capacità, acquisti mirati, presenza istituzionale, strategia comunicativa”.

L’eco a San Siro fa sì che a rimbombare siano i cori dei tifosi del Genoa: già salvo, ma conquistare una vittoria di prestigio stuzzica abbastanza da non accontentarsi. Ci va molto vicino a margine di un incontro partito nel migliore dei modi, grazie alla freddezza di Retegui su rigore (davvero ingenuo quanto inutilmente irruento l’intervento di Tomori che provoca il penalty), e proseguito con un sussulto ulteriore con Ekuban che sorprende tutti a inizio secondo tempo.

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Gabbia se lo vede saltare davanti poi sente il rumore sordo della palla che s’insacca. E tanto basta per tracciare i contorni dello scenario in cui si consuma il match della 35ª giornata di campionato che non ha alcun valore se non per le statistiche. Del resto, la qualificazione in Champions è al sicuro e non c’è altro a cui mirare. E anche il secondo posto alle spalle dell’Inter non sembra correre rischi.

Ci pensa Florenzi a dare un senso e una dignità a una gara che vive di fiammate: è sua la rete del pareggio, suo è anche l’assist che mette in condizione Gabbia di acciuffare (di testa) il 2-2. Il Milan ci mette orgoglio, almeno quello è salvo. Ma non basta ancora. Giroud, che aveva mancato un’ottima occasione in precedenza, si riscatta da vero campione del mondo. Fiuta che quella può essere l’occasione giusta. Sfrutta il senso della posizione e l’esperienza per trarsi d’impaccio dalla marcatura di De Winter.

Il movimento lascia di sasso il calciatore del Genoa e la palla piazzata da Pulisic sul secondo palo è messa in banca. C’è Olivier che la capitalizza: ottima la coordinazione poi di sinistro fa 3-2. Rimonta e sorpasso nel giro di pochissimi minuti. San Siro esplode di nuovo. È l’euforia del momento ma dura davvero un attimo. La Curva va via senza nemmeno attendere il triplice fischio. Si perderà il 3-3 del Genoa.

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