In quell’anno Daimler inventava la prima motocicletta, Benz l’automobile. Mentre in Italia regnava Umberto I e a New York arrivava in dono dalla Francia la statua della Libertà. Tempi remoti, quelli del 1885, momento in cui Ercole Comerio, operaio lombardo di 25 anni occupato alla Franco Tosi di Legnano, decide di mettersi in proprio avviando un’officina meccanica per la riparazione di macchine tessili.

Realtà che a distanza di 140 anni, arrivata alla quarta generazione imprenditoriale, si ritrova trasformata in un gruppo internazionale, uno dei campioni della meccanica strumentale tricolore, capace di esportare, partendo dalla sua base di Busto Arsizio (ma confinante con Castellanza), oltre il 90% delle proprie vendite, arrivate a ridosso dei 70 milioni di euro, con 250 addetti, in gran parte tecnici specializzati.

Macchine giramondo

Le vendite estere superano il 90% sistematicamente ogni anno

«Allora, come oggi – spiega il presidente Riccardo Comerio – i valori fondanti qui sono il lavoro e il senso del dovere, la voglia di migliorarsi e non accontentarsi dei risultati raggiunti». La spinta chiave del gruppo è legata all’innovazione, motore che ha nel tempo modificato radicalmente la proposta produttiva. Partita dal meccanotessile, scelta naturale – spiega Comerio – tenendo conto della localizzazione in quella che ai tempi era la “Manchester” italiana (qui c’era un terzo dei telai lombardi, oltre 5mila unità), per poi passare ai macchinari per la lavorazione della gomma (prima macchina di questo tipo venduta nel 1919 a Pirelli) e successivamente aggiungendo quelli dedicati alla plastica e ai tessuti tecnici.

«Qui si respira la storia – ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana – ma ciò che ha consentito lo sviluppo di lungo termine è stata l’innovazione, la tecnologia, gli investimenti sul futuro».

Come quelli annunciati nella sede di Busto Arsizio, nel giorno della celebrazione del 140° anniversario, un nuovo centro di lavoro universale 5.0 e l’ampliamento del centro tecnologico di ricerca e sviluppo. «Investiamo oltre 2,5 milioni – spiega Comerio – e oltre a varare questi sviluppi teconologici puntiamo con decisione sulla sostenibilità, costruendo un impianto fotovoltaico con accumulo che ci garantirà dal prossino anno l’autonomia energetica».

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