Dopo aver liquidato i gruppi di estrema destra nella fase precedente alla conquista del governo, in quanto inutili sul piano elettorale e fonte d’imbarazzo, oggi la destra di governo li richiama in servizio per aumentare la conflittualità nei confronti della sinistra con la pretesa di fare tutte le parti in commedia e criminalizzare il dissenso a suon di provocazioni.
Il governo a Bologna ha tolto la museruola ai fascisti. L’agibilità garantita ai gruppi di estrema destra Rete dei Patrioti (una scissione di Forza Nuova) e CasaPound nel manifestare a Bologna, a due passi dalla stazione della strage del 1980, e il successivo dibattito segnano una novità. Nella fase precedente alla conquista del governo del paese, la destra istituzionale aveva liquidato i gruppi alla destra di Fratelli d’Italia e della Lega, in quanto fonte di possibile imbarazzo e di nessuna utilità sul fronte del consenso vista la loro irrilevanza elettorale. Oggi li ha richiamati in servizio, garantendo copertura e legittimità, per alzare un gran polverone.
A due giorni dagli incidenti avvenuti tra centri sociali e gruppi antifascisti da una parte, e la polizia dall’altra (per inciso: sembra che a Bologna è andata in scena una guerriglia urbana, quando abbiamo visto solo qualche spintone e qualche manganellata), stiamo ancora parlando di quanto accaduto con toni apocalittici, con le BR e gli “anni di piombo” che fanno capolino ogni due righe di alcuni editoriali e nelle dichiarazioni degli esponenti della destra. Ieri è stato il presidente del Senato Ignazio La Russa in un’intervista al Corriere della Sera a invitare la sinistra a “recidere il cordone ombelicale” con gli estremisti e i violenti, mentre Matteo Salvini, che ogni tanto si scorda di occupare la poltrona di Ministro dei Trasporti piuttosto che di ministro dell’Interno, si è recato in visita dagli agenti della Squadra Mobile neanche fossero reduci da una zona di guerra. Entrambi hanno frequentato a lungo gli estremisti di destra in piazza: Ignazio La Russa non ha mai messo in discussione come inopportuna la sua presenza alla festa di CasaPound nel 2019 al fianco dei vertici del movimento, mentre Matteo Salvini oltre ad andarci a cena in osteria ci fece addirittura un’alleanza politica.
La sinistra, per una volta, non è cascata nella trappola dell’equidistanza e della condanna dei tafferugli: in Italia non c’è nessun pericolo terrorismo, le piazze sono pacifiche per il 99% e la violenza politica è pressoché inesistente, per criminalizzare ogni cosa che accade in un corteo o ogni vagito di conflittualità sociale non se ne può più di agitare gli spettri degli anni Settanta e del terrorismo. Quella che c’è stata sabato a Bologna è stata niente di meno che una provocazione a dieci giorni dal voto regionale, dove la destra non sembra avere speranza di vittoria. “Ci hanno mandato 300 camice nere” (e in effetti a giudicare dai volti sono arrivati anche da Roma, Milano, Firenze e Nord-Est i manifestanti per dare manforte), ha dichiarato il sempre compassato sindaco di Bologna Mattia Lepore. Meloni, dimenticato ogni rispetto del suo ruolo istituzionale, ha risposto “Io diffido di chi in privato mi chiede cortesemente collaborazione e invece a favore di telecamera mi accusa di essere una picchiatrice fascista. Perché se io fossi la fascista che il sindaco Lepore dice, allora lui, se crede in quello che sta dicendo, non dovrebbe chiedermi collaborazione, perché non dovrebbe voler collaborare con me”. Come se occuparsi di dare risposte ai cittadini colpiti da tre alluvioni in poco più di un anno in Emilia Romagna fosse una gentile cortesia del governo.
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Inoltre Lepore non ha mai detto che Meloni è fascista, ma ha detto che la destra di governo utilizza i fascisti. Già in un’altra stagione, quella dell’ascesa di Matteo Salvini, i gruppi di estrema destra battevano ogni grande periferia per soffiare sul fuoco di emergenze inventate, assediando centri di accoglienza e manifestando contro l’arrivo di qualche decina di migranti. Manifestazioni non sempre pacifiche c’è da dire. Episodi che contribuirono a dettare l’agenda politica e mediatica del paese, imponendo il discorso di Lega e Fratelli d’Italia sull’immigrazione, la sicurezza e il degrado. Oggi Rete dei Patrioti e CasaPound annunciano manifestazioni dello stesso tenore in tutto il altre grandi città. L’obiettivo? Rafforzare il profilo di lotta e di governo della destra italiana, che mentre governa il paese vuole fare tutte le parti in commedia, aumentando la conflittualità nei confronti dell’opposizione proprio mentre si aprono settimane di mobilitazione studentesca e sindacale contro il governo.