Alle politiche regionali e di coesione va un terzo del budget europeo: vale a dire, per il periodo 2021-2027, la somma di 392 miliardi di euro. È la cifra con cui l’Europa ancora per un paio d’anni fronteggerà le sue sfide territoriali. Proprio la settimana scorsa il vicepresidente della Commissione europea per la politica regionale e di coesione, Raffaele Fitto, ha presentato all’Europarlamento la proposta di revisione a medio termine della politica 2021-2027, che – in seguito agli eventi più o meno recenti, dal conflitto russo-ucraino alle posizioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump – permetterà a Stati e regioni di adeguare i propri programmi alle nuove sfide, aprendo la porta all’uso dei fondi per investimenti in difesa e sicurezza.

Commissione e parlamento Ue

In realtà, un adattamento dell’utilizzo dei fondi per la coesione c’era già stato nel 2022: 150 milioni di euro del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr), destinati ai programmi Interreg tra gli Stati membri e Russia e Bielorussia, subito interrotti, erano stati trasferiti dalla Commissione Ue ai territori colpiti dalla guerra. «In quel caso abbiamo adeguato lo strumento alla necessità – ha detto il vicepresidente Fitto in occasione dell’evento annuale di Interreg, tenutosi a Gorizia il 27 e 28 marzo -. Dobbiamo continuare a farlo, per far funzionare la cooperazione e per dare il diritto alle persone di restare nelle zone in cui vivono, soprattutto transfrontaliere, migliorando la difesa, il servizio pubblico, la salute».

Anche perché, maggiore cooperazione e maggiore coesione portano le regioni, e quindi tutto il territorio europeo, a essere più competitivo e resiliente. «Si tratta di una battaglia politica – ha detto il vicepresidente dell’Europarlamento, Younous Omarjee -. L’Unione europea, Schengen, si sono costruiti sullo smantellamento delle frontiere. Difendere il superamento dei confini, in un momento in cui alcuni Paesi pensano di ricostruire muri, significa difendere l’Europa, i suoi valori e la sua capacità di resistere».

In Italia

Tra i vari fondi della politica di coesione – il Fesr, il Fondo sociale europeo (Fse) e il Just transition fund (Jtf) –, a finanziare i progetti di cooperazione sul territorio è soprattutto quello di sviluppo regionale, tramite i dieci miliardi di euro destinati ai programmi Interreg 2021-27. Si tratta di 86 programmi che coinvolgono uno o più Stati, europei e non. L’Italia è coinvolta in 19 di essi, con investimenti per oltre 3,1 miliardi di euro (di cui 2,5 miliardi da fondi europei).

Alcuni di questi programmi sono attivi da tempo: è il caso di Interreg Alpine Space, che coinvolge anche Francia, Germania, Liechtenstein, Austria, Slovenia e Svizzera. Attivo dal 2000 per migliorare la qualità della vita degli 80 milioni di abitanti della regione alpina, nell’attuale periodo 2021-2027 è in prima linea nella transizione verso un territorio europeo unico, neutrale dal punto di vista delle emissioni di carbonio e resiliente al clima, con un finanziamento da 107 milioni di euro.

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