Si stringe il cerchio attorno alla nomina dei vertici di Cinecittà. A quanto risulta al Sole 24 Ore il nome in pole per ricoprire il ruolo che finora è stato di Nicola Maccanico è quello di Manuela Cacciamani, produttrice e presidente dell’Unione Editori e Creators Digitali di Anica.

Fondatrice di One More Pictures

Una figura sicuramente di spicco nel mondo dell’audiovisivo quella di Manuela Cacciamani che nel 2006 ha fondato la sua società di produzione cinema e audiovisiva One More Pictures. Sempre dal 2006 è partner in Direct 2 Brain, VFX, post production company e software house nel settore audiovisivo.

Manuela Cacciamani, in pole per il ruolo di ad di Cinecittà

Il ruolo in Anica

Quarantotto anni, nella sua biografia reperibile online si legge della sua esperienza come docente alla Scuola Holden dove ha tenuto un corso di Crossmedia e, nell’anno accademico 2019-2020, ha tenuto il corso di Video design presso l’Istituto Europeo di Design. Nel 2021 è stata eletta dagli associati di Anica presidente dell’Unione Editori e Creators Digitali. Nel 2018 ha lanciato con Rai Cinema il contest nazionale “La Realtà che Non Esiste” per selezionare nuove idee autoriali da realizzare in versione tradizionale e nei nuovi formati in Realtà Virtuale e Video Mapping.

L’approdo come ad

Comunque una predestinata, verrebbe da dire, considerando la curiosità del padre che era in passato fra i dipendenti di Cinecittà. Per lei ora dovrebbero aprirsi le porte della cittadella del cinema in riva al Tevere, cui dovrebbe approdare come ad dopo gli anni di Nicola Maccanico, arrivato sulla plancia di comando forte di un passato in Sky come manager di prima linea oltre che amministratore delegato di Vision Distribution (società di distribuzione che fa capo a Sky).

Cinecittà e il tax credit

Cinecittà è una società pubblica, con socio unico il Ministero dell’Economia a delle Finanze e diritti dell’azionista sono esercitati dal Ministero della Cultura, d’intesa con il Mef. Questa realtà nata nel 1937 è tornata pubblica nel 2017 e dal 2021 è diventata Spa, che finora si è goduta la fase espansiva con il boom di richieste da parte dei produttori storici come delle piattaforme dell’on demand spinta anche, è opinione comune fra gli addetti ai lavori, dal tax credit che in Italia è al 40 per cento. La revisione di questo meccanismo, unitamente alle minori spese per i contenuti originali da parte delle piattaforme, ha però portato ora a un forte rallentamento di questa corsa che ha portato Cinecittà a comunicare di aver chiuso per il secondo anno di fila con bilancio in utile. Dopo i 954mila euro dell’esercizio 2022, anche per il 2023 i conti si sono chiusi con un risultato positivo, in questo caso per 1,3 milioni, con un utile ante imposte di 1,8 milioni.

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