In Borsa i giganti asiatici incedono a ritmi differenti. Basta guardare le performance degli indici azionari, che da inizio anno sono addirittura divergenti. Lo Shanghai composite perde più del 2%, i titoli dello Shenzhen composite salgono del 5%, mentre le azioni cinesi quotate a Hong Kong, più accessibili agli stranieri – sono in testa alla classifica globale con +15% in poco più di due mesi. A Mumbai, invece, l’indice Bse Sensex è sotto di quasi il 7 per cento.
Cina e India sono ancora una promessa per gli investitori. La Cina ha inciampato nella pandemia ed è in una fase di passaggio da economia trainata dalle esportazioni a sistema sostenuto dalla domanda interna. Il potenziale dell’India, invece, deve ancora emergere e fa leva sulla forza della popolazione, che conta quasi un miliardo e mezzo di abitanti. Il processo è iniziato, ma non è lineare e alterna momenti euforici a tempi bui.
Consumi e tech
Simon Wiersma, investment manager di Ing, è cautamente ottimista per il mercato azionario cinese, perché il sostegno fiscale e l’allentamento monetario promossi da Pechino potrebbero rafforzare la fiducia del mercato. Tuttavia, persistono dei rischi, tra cui la guerra commerciale con gli Stati Uniti e le sfide economiche interne. «Per gli investitori – afferma Wiersma – potrebbe essere sensato concentrarsi su settori con un forte potenziale di crescita, come tecnologia, beni di consumo ed energia verde. Indici come il Csi 300, che traccia le 300 principali azioni delle Borse di Shanghai e di Shenzhen, potrebbero rappresentare un buon punto di ingresso».
Fase innovativa
Dietro al successo delle azioni cinesi di Hong Kong c’è l’entusiasmo per la tecnologia e per l’intelligenza artificiale alimentato dal lancio inaspettato della piattaforma di intelligenza artificiale DeepSeek, concorrente di Chat Gpt e da quello della piattaforma di Alibaba, seguito a ruota. Le big tech cinesi, infatti, hanno il vantaggio di essere molto a sconto rispetto alle omologhe americane. «Anche il settore Tmt (telecomunicazioni, media e tecnologia), a nostro avviso, è da tenere monitorato – spiega Caroline Maurer, head of China and core Asia equities di Hsbc Asset Management-. Il rilascio di DeepSeek ha rafforzato il sentiment degli investitori nei confronti delle competenze cinesi in materia di intelligenza artificiale, nonostante le restrizioni alle esportazioni di chip e tecnologie legate all’intelligenza artificiale imposte dagli Stati Uniti».
Le potenzialità dell’India
La tecnologia è un settore chiave anche per la Borsa indiana, insieme ai servizi finanziari, i beni di consumo e le energie rinnovabili, tutti comparti funzionali a un forte sviluppo economico. Negli ultimi anni, l’India ha beneficiato dei deflussi dei capitali dalla Cina in crisi e – in aggiunta – autocratica, che con norme inaspettate e restrizioni al mercato limita la visibilità degli investitori. «Per chi ha già ottenuto profitti dagli investimenti in titoli cinesi – aggiunge Wiersma – diversificare in altri mercati emergenti, come l’India, potrebbe essere una scelta intelligente. Il mercato azionario indiano ha dimostrato resilienza e potenziale di crescita, sostenuto da solidi fondamentali economici e riforme governative. La diversificazione può aiutare a mitigare i rischi derivanti dall’eccessiva esposizione a un unico mercato».