La recente caduta dei listini è stato una reazione eccessiva all’ottimismo che da tempo caratterizzava i mercati, mentre in termini settoriali gli utili dei tecnologici sono supportati da dati concreti e non c’è quindi il rischio di una bolla speculativa. Lo spiega nel dettaglio Frederic Moeremans d’Emaus gestore di Valori Asset Management.

Che idea si è fatto del crollo dei listini così importante seguito da una risalita altrettanto repentina?

L’innesco di questo movimento nasce da un cambiamento di sentiment che deriva da un eccessivo ottimismo sui mercati non corroborato da dati puntuali. Allo stesso modo, però, penso che la reazione sia stata eccessiva. Le faccio un esempio: il tasso medio della disoccupazione americana negli ultimi 10 anni è del 4,75%, mentre il dato relativo al solo mese di luglio è stato del 4,30 quindi non drammatico. Inoltre, un dato molto importante quale l’Ism Services (51.4) che indicava un economia in espansione, è stato completamente ignorato dal mercato. E invece si tratta di un segnale che a mio parere dovrebbe rasserenare il clima.

E la speculazione quale ruolo ha avuto?

Sicuramente importante. Dopo il rialzo dei tassi da parte della BoJ il meccanismo del carry trade sullo yen si è bruscamente inceppato, provocando un’ondata di vendite che dal mercato giapponese si è allargato su tutti gli altri listini.

Andando sul versante aziendale, gli utili delle società che fanno parte dell’S&P 500 nella stragrande maggioranza dei casi hanno battuto le stime. Scarsa capacità degli analisti oppure grandi abilità del management?

Anche questa trimestrale, conferma che 2/3 delle società Usa che hanno riportato gli utili, mostrano risultati superiori al consenso (anche se a livello di ricavi il numero di società che batte le stime è in calo). Sebbene dal punto di vista numerico, possa sembrare molto interessante il valore informativo di questo dato andrebbe analizzato in maggior dettaglio. Infatti non è inusuale che alcune società pur battendo le stime diano indicazioni sul futuro meno rosee oppure abbiano incorporato nei prezzi stime superiori al consenso ufficiale, subiscano poi forti perdite (vedi Nike e Micron Technology).

Ci sono comparti che meglio di altri potrebbero resistere a turbolenze economiche e geopolitiche?

La storica correlazione tra oro e miniere d’oro mi lascia ottimista sulla possibilità che le quest’ultime possano colmare il differenziale di performance a proprio favore, inoltre rimango positivo su temi difensivi nei settori healthcare, consumer Staples, a seguito della forte contrazione dei multipli e utilities per l’impatto sulla domanda dell’intelligenza artificiale.

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