Il giorno dopo il terremoto che ha scosso la politica tedesca, con il siluramento del ministro delle Finanze Christian Lindner e la fine della coalizione semaforo, la campagna elettorale è a pieno regime. Il cancelliere, Olaf Scholz, ha nominato al posto dell’ex alleato uno dei suoi più stretti collaboratori, Jörg Kukies.
Schloz prende tempo
Il 6 novembre, Scholz ha annunciato che si sottoporrà al voto di fiducia il 15 gennaio, scenario che potrebbe portare alle elezioni a marzo. Ha bisogno di tempo per risollevare le sorti della Spd, o almeno per provarci. I Verdi, che restano nel Governo, sono sulla stessa barca. Per far passare qualsiasi provvedimento, però, dovranno costruire maggioranze ad hoc in Parlamento, chiedendo il sostegno delle opposizioni. Ma lo stallo a a Berlino si riverbera ovviamente sull’Unione Europea.
Merz ha fretta
Merz al contrario scalpita, ha l’esigenza opposta: da 25 anni aspetta di diventare cancelliere e nei sondaggi la Cdu è ampiamente in testa. Ha accettato di incontrare Scholz, che voleva sondare il terreno: il vertice è durato appena 25 minuti. Merz vuole il voto di fiducia sul premier già la prossima settimana, per andare alle urne a gennaio. Il presidente della Repubblica potrebbe quindi sciogliere il Parlamento nei successivi 21 giorni. «Avremo così tempo a sufficienza per capire se ci sono questioni su cui decidere insieme», ha detto Merz. E magari approvare una nuova versione della legge di bilancio per il 2025, sulla quale si è schiantata la coalizione semaforo, anche per le divisioni sul freno all’indebitamento. Lindner, sempre più in linea con la Cdu, ha difeso il rigore fino alla fine. La manovra era attesa in Parlamento il 14 novembre e dovrebbe essere varata entro l’anno.
Afd: votare subito
L’ultradestra di Alternative für Deutschland si accoda ai cristiano-democratici. Aspettare fino a metà gennaio «sarebbe irresponsabile», ha detto la leader Alice Weidel. Afd in questo momento è seconda nelle rilevazioni, davanti alla Spd, e saprà cavalcare la propaganda anti-sistema in questa crisi dei partiti tradizionali. Come ha già fatto con successo nei Länder orientali.
Lindner guarda ai conservatori
Lindner è sulla stessa linea: «La cosa giusta sarebbe un voto di fiducia immediato e nuove elezioni». Strizza l’occhio alla Cdu, si propone come partner del prossimo Governo e correrà come Spitzenkandidat dei Liberali, che viaggiano però sotto il 5% e rischiano di restare fuori dal Parlamento. Non tutta la pattuglia di ministri liberali ha lasciato il Governo: a sorpresa titolare dei Trasporti, Volker Wissing, resta e al contrario abbandona la Fdp.