La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio di Leonardo Apache La Russa e dell’amico Tommaso Gilardoni per revenge porn nel caso della ragazza che aveva denunciato una violenza sessuale avvenuta la notte del 18-19 maggio 2023 a casa del Presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Sull’accusa di violenza sessuale pende una richiesta di archiviazione, ma la pm Rosaria Stagnaro, con l’aggiunta Letizia Mannella, chiedono il processo per aver divulgato un «video a contenuto sessualmente esplicito» senza il consenso della giovane, oggi 24enne.

La richiesta di rinvio a giudizio

La pm Rosaria Stagnaro e l’ggiunta Letizia Mannella e hanno chiesto il rinvio a giudizio in un filone dell’inchiesta nata dopo la denuncia di una 22enne, nel 2023, per violenza sessuale. Tranche, quella sui presunti abusi, per la quale, invece, i pm lo scorso aprile hanno chiesto l’archiviazione. Istanza a cui si è opposta la giovane davanti al gip, che ha fissato udienza per il 25 settembre.

L’ipotesi di revenge porn

Sulla richiesta di processo per l’accusa di revenge porn dovrà decidere la gup di Milano Lidia Castellucci. Nelle indagini, condotte dalla Squadra mobile della Polizia, era stata scandagliata, nei minimi dettagli, la nottata del 18-19 maggio di due anni fa, cominciata in una discoteca della movida milanese e che si era conclusa la mattina dopo nell’abitazione della seconda carica dello Stato. Con la ragazza che, per via di «alcuni tratti di fragilità», aveva assunto alcool, droga e psicofarmaci contro la depressione e si era risvegliata stordita nel letto di La Russa jr, convinta di aver subito violenze.

La ricostruzione della vicenda

Per la Procura, al di là della «profonda superficialità e volgarità» con cui i due giovani hanno trattato la ragazza, dall’analisi dei filmati «non emerge la prova» che abbiano tentato di sfruttare la «condizione di inferiorità» della loro coetanea «per carpirne un consenso».

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