“Il 20 gennaio il procuratore della Corte d’appello di Roma trasmetteva il complesso carteggio” sull’arresto di Almasri “al ministero della Giustizia alle 11.40. Alle 13.57 il nostro ambasciatore all’Aja trasmetteva al ministero la richiesta dell’arresto provvisorio. La comunicazione della questura al ministero è avvenuta ad arresto già fatto”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nella sua informativa alla Camera sul caso Almasri. “Il 18 gennaio la Cpi emetteva un mandato di arresto internazionale nei confronti di Almasri per una serie di reati. Il mandato di arresto è arrivato domenica 10 gennaio alle ore 9.30 con una notizia informale e l’arresto trasmessa via email da un funzionario Interpol alle ore 12.37, sempre domenica: una comunicazione assolutamente informale, priva di dati identificativi e priva del provvedimento in oggetto e delle ragioni sottese. Non era nemmeno allegata la richiesta di estradizione” ha continuato Nordio, nella sua informativa alla Camera sul caso Almasri.

Non Meloni dunque, ma a riferire sulla liberazione del generale libico Osama Almasri intervengono due ministri, quello della Giustizia Carlo Nordio e quello dell’Interno Matteo Piantedosi. Dopo la Camera, alle 15.30 sarà la volta del Senato.

È folta la rappresentanza del Governo in aula alla Camera per l’informativa dei ministri della Giustizia e dell’Interno Carlo Nordio e Matteo Piantedosi sul caso Almasri. Oltre ai diretti interessati sono presenti, infatti, i ministri Tommaso Foti, Adolfo Urso, Roberto Calderoli, Gilberto Pichetto, Giuseppe Valditara e Luca Ciriani. Vuota la sedia centrale dove in genere siede la presidente del Consiglio. In Aula, oltre a una nutrita rappresentazione di sottosegretari, anche la segretaria Pd Elly Schlein, il leader M5S Giuseppe Conte, i coportavoce di Avs Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.

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