Bulgari amplia l’area produttiva di Valenza. Il Gruppo guidato da Jean-Christophe Babin inaugura il nuovo sito che rende quella in Piemonte la più grande fabbrica di gioielli al mondo. La Maison romana di Alta Gioielleria, parte del gruppo LVMH dal 2011, ha scommesso sulle potenzialità del distretto orafo italiano di Valenza e punta a raddoppiare la capacità produttiva entro il 2029, quadruplicandola rispetto al 2017, anno di apertura del polo produttivo italiano, con l’ingresso a regime di 500 nuovi addetti che portano il numero totale di lavoratori a quota 1.600-1.700.

Gli investimenti dal 2017 hanno raggiunto i 100 milioni di euro. Talento e innovazione sono al centro del progetto di Bulgari che ha presentato anche la Scuola Bulgari – realizzata in collaborazione con il polo Tarì di Caserta – che avrà sede sempre a Valenza e sarà il primo centro di formazione della Maison aperto al pubblico. Si affiancherà alla esistente Bvlgari Jewelry Academy, attiva dal 2017 nella formazione dei nuovi artigiani.

Bulgari inaugura l’ampliamento produttivo a Valenza

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Con un’espansione di quasi 19mila metri quadri, la Manifattura Bvlgari raggiunge una superficie complessiva di 33mila metri quadri. «Con la nostra produzione contribuiamo al risultato dell’Italia come quarto esportatore globale nel mondo» ricorda il ceo di Bulgari Babin.

Accanto a lui, nella cerimonia di inaugurazione del sito c’è Toni Belloni, presidente LVMH Italia, che ricorda i numeri del Gruppo in Italia – sei maison, 279 negozi, 66 atelier produttivi e 18mila addetti diretti in Italia, con 4mila imprese dell’indotto – e conferma gli impegni, seppur in un contesto di grande incertezza. «Alle difficoltà si risponde facendo sempre meglio» aggiunge Belloni che commentando poi il sorpasso in Borsa di Hermes: «è un fatto che ci pungola a fare sempre meglio e risolvere i nostri nodi».

«Abbiamo investito 500 milioni nel corso del 2024 – ribadisce Belloni – si tratta di un impegno eccezionale legato ai numerosi progetti in campo. Non commento le incertezze attuali ma ribadisco la nostra fiducia nelle prospettive del settore lusso a medio e lungo termine, tornerà a crescere».

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