Il senatore Rodrigo Paz Pereira ha vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali in Bolivia, secondo i risultati preliminari diffusi dal Tribunale supremo elettorale dopo lo scrutinio del 97,53% dei voti. Paz, esponente del Partito Cristiano Democratico di orientamento centrista, ha ottenuto il 54,54% dei consensi, mentre l’ex presidente Jorge Quiroga (in carica dal 2001 al 2002), candidato dell’alleanza di destra Libertà e Democrazia, si è fermato al 45,46%.

 

“Riaprirò la Bolivia al mondo”

Paz Pereira, tra le prime dichiarazioni fatte dopo la vittoria, ha promesso di “riaprire” il Paese al mondo e di garantire che la nazione sudamericana riacquisti la sua presenza internazionale, dopo aver perso tale spazio negli ultimi due decenni, governati dal socialismo. Paz, in un discorso alla nazione, ha espresso in particolare la sua gratitudine per il sostegno offerto dagli Stati Uniti, attraverso il vicesegretario di Stato, Christopher Landau, “per poter mantenere uno stretto rapporto con uno dei governi più importanti del mondo”.

Figlio e pronipote di presidenti

Cinquantotto anni e due presidenti nell’albero genealogico, il senatore centrista è diventato il terzo membro della sua famiglia allargata ad essere eletto presidente della Bolivia, un ruolo che ha promesso di utilizzare per il bene di tutti. Paz è infatti figlio dell’ex presidente Jaime Paz Zamora (1989-1993) ed è nato in Spagna, dove la sua famiglia era fuggita negli anni delle dittature militari, Paese in cui ha trascorso i suoi primi anni in esilio. Ma tornando indietro nel tempo, nella sua ascendenza può annoverare anche il prozio Victor Paz Estenssoro, quattro volte presidente di sinistra. Da quando è entrato in politica, è stato sindaco, deputato e senatore di Tarija, un dipartimento ricco di petrolio e gas dove la sua famiglia ha le sue origini.

Ben rasato, folti capelli pettinati all’indietro e una predilezione per le camicie con il colletto, il presidente eletto è riuscito a ottenere il maggior numero di consensi al primo turno delle presidenziali, lo scorso agosto. Nel ballottaggio di ieri ha ottenuto circa il 55% dei voti, interrompendo vent’anni di governo socialista, dominato dal Movimento al socialismo (Mas), la coalizione che governava il Paese dal 2006.

Il programma elettorale: tagli alla spesa, ripresa degli investimenti, riallaccio delle relazioni con i partner internazionali

Durante la campagna elettorale, il candidato del Partito Democratico Cristiano ha lavorato duramente per presentarsi come uomo moderato, capace di creare consenso. Attento a evitare etichette ideologiche, aveva slogan per tutti: da “Dio, patria e famiglia” per i suoi sostenitori più conservatori a “Fino alla vittoria, sempre”, uno slogan associato al rivoluzionario Che Guevara. “Non devo definire me stesso, ma piuttosto offrire al Paese un’alternativa” ha risposto Paz in un’intervista alla Cnn quando gli è stato chiesto di identificarsi ideologicamente.

Per vincere la competizione, ha visitato centinaia di Comuni del Paese, che conta 11,3 milioni di abitanti. Il suo messaggio è stato quello di un “capitalismo per tutti, non solo per pochi”, con profondi tagli alla spesa e modifiche costituzionali per riportare gli investimenti stranieri tanto necessari. 

Nel suo programma, Paz ha proposto una decentralizzazione economica attraverso la redistribuzione delle entrate fiscali a regioni e Comuni, l’introduzione di un programma di prestiti agevolati e agevolazioni fiscali per sostenere le piccole e medie imprese. Sul piano estero, il neopresidente punta a rafforzare i legami internazionali della Bolivia, dando priorità al ripristino delle relazioni con gli Stati Uniti e allo sviluppo della cooperazione regionale nel Mercosur. Paz entrerà ufficialmente in carica l’8 novembre.

Milei: “Auguri a Paz e ai boliviani, per l’impegno per la democrazia e il desiderio di rinnovamento”

E proprio dall’estero sono arrivati importanti messaggi di auguri: il presidente argentino, Javier Milei, attraverso i social si è congratulato con il senatore centrista, estendendo i complimenti “a tutto il popolo boliviano per il suo impegno per la democrazia e il suo desiderio di rinnovamento”. In un post su X, il leader ultraliberista ha sottolineato che la Bolivia “tornerà a far parte del mondo libero, su un percorso orientato all’apertura economica, alla lotta contro la corruzione e l’insicurezza e alla fine dell’era dello spreco statale” alludendo direttamente agli ultimi due decenni governati dalla sinistra.

Rubio: “Opportunità di trasformazione, pronti a collaborare”

Anche il segretario di Stato americano, Marco Rubio, si è congratulato con Paz Pereira per la sua vittoria. “Ci congratuliamo anche con il popolo boliviano per questo momento storico per il suo Paese” ha aggiunto il capo della diplomazia Usa. “Dopo due decenni di cattiva gestione, l’elezione del presidente eletto Paz rappresenta un’opportunità di trasformazione per entrambe le nazioni” ha aggiunto Rubio. “Gli Stati Uniti sono pronti a collaborare con la Bolivia su priorità condivise, tra cui porre fine all’immigrazione illegale, migliorare l’accesso al mercato per gli investimenti bilaterali e combattere le organizzazioni criminali transnazionali per rafforzare la sicurezza regionale” ha concluso il segretario di Stato.

Neoeletto presidente della Bolivia, Rodrigo Paz,19_10_2025 (ansa)

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