La primavera si avvicina e porta con sé – forse è un caso, più probabilmente non lo è – la seconda parte della collezione creata da Takashi Murakami per Louis Vuitton. Protagonista è la fioritura dei ciliegi, da secoli celebrata dai giapponesi come un piccolo grande miracolo della natura, che ha ispirato poeti e artisti di ogni epoca. «La notte di primavera è finita / Sui ciliegi /sorge l’alba», recita uno degli haiku più noti di Bashō. I fulminanti componimenti giapponesi, fatti di soli tre versi, secondo il grande intellettuale francese Roland Barthes «racchiudono ciò che vedete, ciò che sentite, in un minimo orizzonte di parole».
Incontrando Pietro Beccari e contagiati dalla sua “calma energia” e da un invidiabile entusiasmo – non sembri un paradosso – della ragione, viene però in mente un altro haiku di Bashō: «Maestà della quercia / noncurante / dei fiori!». In realtà Beccari non è indifferente ai fiori di Murakami, di ciliegio ma anche di quelli protagonisti del primo lancio della collaborazione, nel gennaio scorso. Allo stesso tempo, forte della solidità della maison che guida e del gruppo di cui fa parte, Lvmh, il manager è cautamente ottimista e sicuramente non spaventato dalle incognite di questo momento storico.
Oltre ai fiori di Murakami, cosa porterà la primavera per Louis Vuitton?
«Inizio in realtà dal 5 marzo (si veda Moda24 di venerdì scorso, ndr): la maison, dopo anni di ricerca e sviluppo, ha annunciato il debutto nel make up: possiamo considerarlo il secondo passo nel grande mondo della cosmetica, dopo il lancio dei profumi, e ne verranno altri, sempre seguendo la visione che ha guidato l’introduzione di altre categorie nel ventaglio di offerta lifestyle di Louis Vuitton. Concepiamo, sviluppiamo, produciamo e distribuiamo tutto internamente, come avviene, ad esempio, per occhiali e orologi. Le grandi novità in arrivo sono strettamente legate a Milano però e al Salone del mobile».
Quella nel mondo del design è stata un’altra felice avventura relativamente recente…
«L’idea di avventura mi piace, ma per i mobili e ora per i complementi d’arredo, l’art de la table, il tessile per la casa, forse più che di avventura, dovremmo proprio di viaggio, che è l’anima di Louis Vuitton da quando la maison fu fondata, nel 1847. Il viaggio nel mondo della casa lo abbiamo iniziato partendo dagli Objets nomades, forse più simili a opere d’arte che a mobili. Negli anni abbiamo aggiunto complementi d’arredo, lampade, giochi e in occasione della settimana del design di Milano li presenteremo in due modi e luoghi diversi».
Può anticipare qualcosa?
«Il 4 aprile ci sarà un “soft opening” della boutique di via Monte Napoleone e martedì 7, vigilia del Salone del mobile ma con il Fuorisalone già, come sempre, avviato, avremo l’inaugurazione ufficiale dello spazio, oltre 4.600 metri quadri con tante sorprese e novità: per la prima volta al mondo, un piano intero di un negozio sarà dedicato alla casa. Le collezioni saranno però esposte anche a Palazzo Serbelloni, a pochi passi da Monte Napoleone, dove ogni sala avrà un allestimento diverso. Tra le sorprese, la collezione per la tavola che rende omaggio a Fortunato Depero, protagonista del cosiddetto “secondo futurismo”. In un’altra sala si potrà invece vedere la linea di accessori tessili e l’omaggio in questo caso è a Charlotte Perriand. Invito fin d’ora tutti i milanesi e le tantissime persone che saranno in città in quei giorni, a visitare Palazzo Serbelloni e le sue sale, una cornice perfetta per il mondo della casa Louis Vuitton».