Per Venezia è una novità assoluta, dopo anni di dibattito legato al moto ondoso, ma anche agli incidenti che, seppure rari, accadono nei canali e in laguna. L’alta velocità delle barche mette a repentaglio, oltre che la sicurezza, la salvaguardia “del delicato ecosistema lagunare”.

La sperimentazione

La fase sperimentale è stata avviata il 1. giugno e durerà due mesi. Molti sono i passaggi necessari: nei primi giorni di maggio, al Polo Nautico di San Giuliano gli Stati Generali della Città sulla mobilità acquea e il moto ondoso. Un incontro indetto e voluto dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro al quale hanno preso parte i rappresentanti di oltre 90 tra autorità e forze dell’ordine, enti, istituzioni e di tutte le associazioni di categoria e sportive, operatori, concessionari coinvolti in ambito lagunare. Erano presenti gli assessori della Giunta comunale e i consiglieri delegati, oltre al prefetto Darco Pellos e il presidente dell’Autorità per la Laguna, Roberto Rossetto.

Poi, l’8 maggio il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità la delibera che configura l’aggiornamento del Regolamento per la circolazione acquea nel Comune di Venezia configura l’introduzione in deroga di sistemi automatici per il controllo della velocità dei natanti.

La svolta

«È necessario che tutte le parti, direttamente o indirettamente coinvolte, comprendano il momento storico che la città sta vivendo» ha detto il sindaco Brugnaro annunciando la conferenza dei servizi del 22 maggio e l’avvio della successiva sperimentazione – Questo incontro è l’inizio di un percorso sperimentale difficile e complicato, i risultati non saranno immediati, ma l’obiettivo è riuscire a trovare una mediazione tra gli interessi legittimi che verranno portati a questo tavolo e nei prossimi mesi. Il punto di partenza, oggi, è la constatazione che è necessario avere il coraggio di trovare una soluzione ad un problema che nessuno mai ha voluto affrontare prima, per garantire la dovuta tutela ai luoghi più sensibili della città. Siamo aperti al dialogo e a intervenire in corso d’opera con provvedimenti correttivi successivi».

Il provvedimento prevede che la misurazione possa essere verificata anche attraverso l’utilizzo di apparecchiature di rilevamento elettronico omologate/approvate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in via sperimentale fino al 13 dicembre 2026, anche attraverso le medesime apparecchiature per le quali sia in corso la procedura di approvazione od omologazione così come previsto dall’art. 11 della Legge 25 novembre 2024 n. 177, quindi il sistema Si.Sa., cosiddetto “Barcavelox”.

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