Il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata ha avuto il via libera dalla Cassazione (anche dopo l’intervento della Corte Costituzionale). Ora la parola definitiva spetterà a gennaio alla Corte costituzionale, che dovrà decidere se ammettere la consultazione. I partiti di opposizione si preparano intanto alla campagna elettorale, consapevoli che il raggiungimento del quorum sarà una impresa titanica. Più prudente la maggioranza, in primis Fratelli d’Italia e Forza Italia, che temono l’impatto di una consultazione che rischia di mettere Nord contro Sud.

La Lega favorevole al referendum ma con una strategia ben precisa

Gli esponenti della Lega sono quelli che nella maggioranza si sono esposti di più. Sia il leader, Matteo Salvini, che il padre dell’autonomia differenziata, Roberto Calderoli, si sono detti favorevoli a tenere la consultazione («Se ci sarà un referendum, non vedo l’ora», sono state le parole di Salvini). A prima vista potrebbe sembrare un paradosso che la Lega sia a favore di un referendum che vuole abolire un suo cavallo di battaglia. Tuttavia, bisogna leggere queste dichiarazioni insieme a quelle del governatore leghista del Veneto Luca Zaia: «Credo che siano i promotori del referendum che dovrebbero preoccuparsi di più. Saranno loro a dover trovare i voti per abrogare la legge». Tradotto, se ci sarà il referendum, probabile che i favorevoli all’autonomia diano indicazione di non andare a votare, sommando i loro voti a quelli dell’astensione (elevatissima negli ultimi anni), rendendo praticamente impossibile raggiungere il quorum del 50% più uno degli aventi diritto. Sarebbe una vittoria indubbia della Lega.

Fratelli d’Italia e Forza Italia prudenti sulla consultazione

In Fratelli d’Italia e in Forza Italia sono molto più prudenti. Fdi è diventato il primo partito del Nord, ma ha un radicamento storico a Roma e nel Sud. «Se gli italiani andranno in maggioranza a votare un referendum e diranno che non sono d’accordo con l’autonomia ne prenderemo atto», ha detto Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia. Forza Italia, poi, ha le percentuali di voti più alte al Sud e non ha risparmiato critiche alla legge sull’autonomia e alla sua applicazione («Vedremo che cosa si farà», ha risposto Antonio Tajani, leader di Fi, alla domanda se il suo partito sarebbe per l’astensione o per andare a votare). Chiaro che per loro la soluzione migliore sarebbe che la Corte Costituzionale bocci il referendum, evitando così una consultazione che lacererebbe i propri elettorati e alzerebbe la tensione con la Lega. Senza contare che il presidente del Senato Ignazio La Russa (Fdi) ha già detto che lui, nel caso, ci andrà a votare al referendum.

Tutte le opposizioni unite nel voto favorevole al referendum

Tutte le opposizioni sono compatte nel votare sì in caso di referendum. Ma iniziano anche ad emergere voci che valutano l’impatto negativo che avrebbe il mancato raggiungimento del quorum. Lo ha detto chiaramente il leader di Azione Carlo Calenda: «Se, come gli stessi promotori giudicano probabile, il quorum non verrà raggiunto, Meloni potrà legittimamente sostenere che tutte le forze sindacali e politiche di opposizione unite, sono minoranza nel paese». Il leader di Iv Matteo Renzi, tuttavia, spera di mettere comunque «in difficoltà» il governo con una vittoria dei sì (quasi certa) anche senza raggiungimento del quorum. «Raggiungere il quorum di un referendum abrogativo è molto difficile, direi quasi impossibile in Italia. Però secondo me vale la pena comunque provarci», ha ammesso il governatore pugliese di centrosinistra, Michele Emiliano.

Il Pd e l’incertezza sull’autonomia

In difficoltà potrebbe cadere soprattutto il Pd. Una regione rossa come l’Emilia-Romagna non è insensibile al tema dell’autonomia. Il neogovernatore Pd Michele de Pascale lo ha detto chiaramente: «Ma possibile che su un tema come questo dobbiamo andare a un referendum lancinante, con il Pd che potrebbe vedere i suoi elettori al Nord votare a favore e al Sud succedere il contrario? Non è meglio fermarsi un momento?».

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