Julian Assange è libero e ha lasciato ieri il Regno Unito e il carcere di massima sicurezza vicino Londra dove era stato incarcerato per cinque anni, ha annunciato WikiLeaks dopo la notizia dell’accordo di dichiarazione di colpevolezza raggiunto con la giustizia americana.

Il fondatore di Wikileaks «ha lasciato il carcere di massima sicurezza di Belmarsh la mattina del 24 giugno, dopo avervi trascorso 1.901 giorni. Gli è stata concessa la libertà su cauzione dall’Alta corte di Londra ed è stato rilasciato nel pomeriggio all’aeroporto di Stansted, dove si è imbarcato su un aereo ed è partito dal Regno Unito», si legge in un comunicato pubblicato sull’account X dell’organizzazione. «Questo è il risultato di una campagna globale che ha coinvolto organizzatori di base, attivisti per la libertà di stampa, legislatori e leader di tutto lo spettro politico, fino alle Nazioni Unite. Ciò ha creato lo spazio per un lungo periodo di negoziati con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che ha portato a un accordo che non è stato ancora formalmente finalizzato», viene specificato da Wikileaks. «Assange dopo più di cinque anni in una cella di 2×3 metri, isolato 23 ore al giorno, presto si riunirà alla moglie Stella e ai loro figli, che hanno conosciuto il padre solo da dietro le sbarre», conclude la nota.

Verso le Isole Marianne

Prima di volare verso il territorio americano delle Isole Marianne Settentrionali nel Pacifico, l’aereo con a bordo Julian Assange si fermerà a Bangkok per fare rifornimento: lo ha comunicato oggi un alto funzionario tailandese. «Il volo atterrerà intorno alle 11:50» ora locale (le 6:50 in Italia). «È previsto il rifornimento di carburante e acqua prima di partire alle 21 per l’isola di Saipan», ha detto la fonte coperta da anonimato. Assange andrà nel territorio Usa dell’Oceano Pacifico per affrontare un giudice come parte di un patteggiamento che dovrebbe ridargli la libertà e la possibilità di tornare nella sua nativa Australia. Il 52enne ha accettato di dichiararsi colpevole dell’unica accusa di cospirazione per ottenere e diffondere informazioni sulla difesa nazionale, secondo un documento depositato in tribunale nelle Isole Marianne Settentrionali. Si prevede che comparirà in tribunale mercoledì mattina ora locale. Assange è stato accusato di aver pubblicato circa 700.000 documenti riservati relativi alle attività militari e diplomatiche degli Stati Uniti, a partire dal 2010.

La madre, «finalmente il suo calvario sta per finire»

La madre di Julian Assange ha detto oggi che il “calvario sta finalmente giungendo al termine” per il fondatore di Wikileaks. In una dichiarazione ai media australiani in seguito alla notizia di un patteggiamento con la giustizia americana, Christine Assange ha affermato di essere “grata che il calvario” del figlio “stia finalmente giungendo al termine: ciò dimostra l’importanza e il potere della diplomazia silenziosa. Molti – ha aggiunto – hanno sfruttato la situazione di mio figlio per portare avanti i propri programmi, quindi sono grata a quelle persone invisibili e laboriose che hanno messo al primo posto il benessere di Julian. Gli ultimi 14 anni hanno messo a dura prova me come madre”.

Australia, il caso si è «trascinato fin troppo a lungo»

Il governo australiano ha dichiarato oggi che il caso ci Julian Assange si è «trascinato fin troppo a lungo», dopo che il fondatore di Wikileaks ha patteggiato con la giustizia Usa sull’accusa di aver rivelato informazioni riservate di difesa nazionale. Canberra sta fornendo assistenza consolare ad Assange, ha detto un portavoce del governo australiano. Il primo ministro Anthony Albanese “è stato chiaro: il caso si trascina da troppo tempo e non cera nulla da guadagnare continuando la sua incarcerazione”, ha dichiarato la fonte.

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