È stata annullata la condanna a morte per impiccagione al rapper iraniano Toomaj Salehi.

Toomaj Salehi (ph Robert Deyrail:Gamma-Rapho via Getty Images)

È stata cancellata la condanna a morte per il rapper iraniano Toomaj Salehi accusato di “corruzione sulla terra” come ricorda Amnesty International che aveva avviato un appello per chiederne l’annullamento. E per adesso il primo round è vinto, visto che la condanna, almeno per adesso, è stata annullata e per lui arriverà un nuovo processo. Tramite il Guardian, l’avvocato del cantante ha scritto: “Come previsto, la Corte Suprema ha evitato un errore giudiziario irreparabile” e che la Corte Suprema “ha ribadito che anche la precedente pena detentiva (6 anni e tre mesi) non rispettava le regole della molteplicità dei crimini… ed è eccedente la punizione legale”.

Salehi, come scrive Amnesty International, “è un fervido sostenitore delle proteste antigovernative scoppiate dopo la morte di Mahsa Jina Amini, la 22enne che aveva perso la vita dopo essere stata posta in custodia perché non portava correttamente il velo. Nei suoi brani il rapper chiede la libertà per i detenuti ingiustamente imprigionati e la fine della repressione. Nei suoi versi trovano spazio anche la denuncia della povertà e della corruzione”. Il rapper era in carcere da un anno continuativo, tranne sporadici periodi di libertà per aver sostenuto il movimento “Donna Vita Libertà” e per alcuni contenuti dei suoi testi e inoltre era stato sottoposto a torture e tenuto in isolamento prolungato.

Il rapper è stato arrestato nell’ottobre 2022, nel pieno della rivolta per la morte di Mahsa Amini, arrestata dalla polizia iraniana e morta mentre era in custodia. Salehi è stato arrestato ed esperti delle Nazioni Unite avevano accusato la polizia iraniana di torture, dopo aver trovato il rapper con naso e diverse dita rotte e gambe danneggiate. La condanna a morte ha scatenato fin da subito proteste internazionali da parte di vari gruppi governativi e di difesa ma anche la solidarietà da parte di artisti come Coldplay e Sting. Dopo la revoca della condanna a morte per impiccagione la Fondazione per i Diritti Umani e il team legale internazionale di Salehi, come scrive Rolling Stones Usa, hanno dichiarato in un comunicato: “Sebbene la decisione della Corte Suprema sia un’importante correzione al trattamento crudele e illegale del signor Salehi, è fondamentale che i suoi diritti siano rispettati”

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La dichiarazione continua così, stando sempre a RS: “Il caso del signor Salehi è stato rinviato alla Sezione 1 del tribunale rivoluzionario di Isfahan per la nuova sentenza. Anche un periodo di reclusione più breve sarebbe un’ingiustizia: Salehi non ha fatto altro che chiedere il rispetto dei diritti fondamentali suoi e degli altri iraniani. Deve essere libero di continuare a fare la propria musica e cercare le cure mediche di cui ha bisogno dopo la sua prigionia, libero da qualsiasi detenzione continuata, molestie o persecuzioni”.

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