«Quello che vogliamo è arricchire ancora di più l’esperienza di visione del contenuto sportivo. Lo facciamo fornendo un’alternativa alla visione, comunque sempre possibile, della partite in modalità tradizionale». Marco Foroni, Business Lead Sports di Prime Video Italia, spiega così l’arrivo anche in Italia di “Prime Vision”: una nuova modalità di visione dei match della Champions League (di cui Amazon Prime Video ha i diritti, ad ora fino al 2027) che fa leva su intelligenza artificiale e realtà aumentata.
Chi opterà per Prime Vision dovrà fare i conti con un minimo ritardo rispetto alla trasmissione “tradizionale”. Quel che si vedrà però sarà non più solo una partita, ma un’esperienza aumentata, una sorta di videogioco che prende vita sul campo. Il debutto domani con Real Madrid-Juventus. L’obiettivo? Anche, con ogni probabilità, riaccendere la curiosità delle nuove generazioni, ormai abituate a consumare lo sport in pillole, tra clip e highlights in particolar modo sui social.
L’ironia della sorte ha voluto che questa novità fosse comunicata ieri, proprio nel giorno in cui Amazon Web Services (Aws), leader nel mercato delle infrastrutture cloud, ha segnalato un’importante interruzione che ha bloccato numerosi siti web di grandi società. Al di là della concomitanza c’è però tutto il valore strategico di un’innovazione che arriva nello sport live in Tv e che dietro ha la forza tecnologica di un colosso globale unita all’ambizione di un progetto nato negli Stati Uniti con la Nfl. Sullo schermo compaiono mappe tattiche, velocità di corsa, traiettorie di passaggio e una “Momentum Bar” che misura l’inerzia del match e chi sta davvero dominando, come un sismografo dell’emozione.
Prime Vision, come detto, ha già un passato negli Usa, con feedback – spiegano da Prime Video – positivi al punto da spingere il colosso di Seattle a fare il passo anche in Europa. E per arrivare al debutto di domani in Italia – in Uk è già partito e il prossimo sbarco sarà in Germania – c’è voluto un anno di lavoro, portato avanti, spiega ancora Foroni, grazie all’expertise di «ex calciatori, allenatori, produttori Tv, ingegneri informatici, data scientist, esperti AI».
Piacerà? Di certo si parla di un calcio che inizia a parlare il linguaggio dei gamer, con etichette luminose e radar semitrasparenti. La tecnologia, quindi, come modo per raccontare meglio il gioco: linee di passaggio previste dall’AI, le mappe tattiche in tempo reale, le statistiche animate per offrire agli spettatori strumenti di analisi che prima erano riservati agli staff tecnici. Innovazione voluta dalla Uefa? «No, è una nostra scelta», sottolinea Foroni che, come prevedibile, non si sbilancia sulla partecipazione di Amazon alla gara per la Champions per il triennio che parte dopo il 2027. Chissà però che i nuovi contenuti interattivi non possano costituire anche un plus nella valutazione da parte della Uefa. Di sicuro quel che resta è una scommessa. In un’epoca in cui la soglia d’attenzione si misura in secondi e la partita viene ridotta a clip da trenta, si punta sull’idea che l’analisi possa diventare spettacolo. E che per continuare a emozionare il pallone debba saper parlare di più la lingua del digitale.