“Il problema più grande per l’Ucraina è la mancanza di soldati, avere nuove armi porterà solo ad altre vittime. Possiamo andare avanti ad oltranza, ma temo che la Russia sia notevolmente più attrezzata. Oggi Kiev è ancora nella posizione di trattare una pace giusta, ma se la guerra continua perderà territori e rischierà di trovarsi costretta a trattare una resa”: è il commento, affidato a Fanpage.it, del senatore Bruno Marton.

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La questione delle armi all’Ucraina torna a infiammare il dibattito politico, soprattutto dopo il nuovo pacchetto di armamenti dagli Stati Uniti e alcune dichiarazioni del presidente francese, Emmanuel Macron, secondo cui non si può più escludere a prescindere l’invio di militari nel Paese. Da un lato c’è chi sostiene che – soprattuto in questa fase in cui la Russia, a livello militare, sta guadagnando terreno – sia necessario continuare a inviare armi a Kiev, dall’altro chi chiede di fermare gli armamenti per lasciare spazio alla diplomazia. Ne abbiamo parlato con il senatore Bruno Marton, capogruppo del Movimento Cinque Stelle in commissione Esteri e Difesa di Palazzo Madama.

Il 5 maggio Bruxelles ha ospitato un forum a cui hanno partecipato l’industria delle armi europea e quella ucraina. È il primo evento di questo tipo: come lo giudicate?

Penso che qualsiasi iniziativa che metta al centro l’obiettivo della difesa comune Europea che porti ad acquisti comuni, programmazione comune, programmi industriali collaborativi e senza duplicati possa e debba essere perseguita senza indugio. Ma le dichiarazioni del commissario Thierry Breton, secondo il quale “le nostre industrie della difesa devono entrare in una modalità di economia di guerra”, non vanno esattamente in questa direzione ma nella direzione di produrre più armi per “vincere la guerra”.

“La Russia con la retorica nucleare danneggia se stessa”: l’analisi degli esperti Onu

L’Italia finora ha approvato otto invii di armi a Kiev: se le cose sul campo continuassero a essere sfavorevoli per l’Ucraina e si ipotizzasse un nuovo pacchetto di armamenti, che posizione prenderebbe il M5s?

Sicuramente saremmo contrari, noi abbiamo autorizzato il primo invio delle armi, era necessario. Poi però, era obbligatoria una immediata e forte azione diplomatica, per avere il minor numero di vittime e un reale potere negoziale. Ora le posizioni negoziali di Ucraina (ed Europa) sono più deboli e tornare ad avere possibilità di accordo è difficile: si parla (Macron) di invio di uomini, esattamente quello che, in un intervento in aula al Senato di oltre un anno fa, avevo predetto e chiesto con forza di evitare. Il governo Meloni – unico al mondo a secretare le armi inviate a Kiev – deve spiegare se ha veramente inviato anche i missili Storm Shadow per attacchi a lungo raggio.

Come M5s avete sempre sostenuto la necessità di fermare le armi per far partire i negoziati: come si ottiene questo, però, quando Putin non è disposto a negoziare (a meno che non venga riconosciuta la sovranità russa nei territori invasi)? 

Non è stato solo Putin a non voler negoziare, anche Zelensky ci ha messo del suo facendo una modifica costituzionale per vietare qualsiasi trattativa e lo comprendo benissimo il perché.
Diciamo che ora la situazione è più complicata, le forze ucraine sono in seria difficoltà per mancanza di uomini più che per mancanza di armi, l’Europa l’ha supportata fino ad ora ma ha degli evidenti limiti industriali che sta cercando di superare. Possiamo andare avanti ad oltranza, temo però che la Russia sia notevolmente più attrezzata e difficilmente cederà quanto conquistato con la forza. Oggi Kiev è ancora nella posizione di trattare una pace giusta, ma se la guerra continua perderà altri territori e rischia di perdere la guerra trovandosi costretta a trattare solo una resa.

L’Ucraina sta per ricevere un nuovo consistente pacchetto di armi dagli USA: la guerra entrerà in una nuova fase? Cosa potrebbe accadere?

Potrebbe accadere di tutto, intanto la Russia ha annunciato esercitazioni nucleari ai confini ucraini… Come detto prima, il problema più grande è la mancanza di uomini, il reclutamento di nuovi soldati e la loro preparazione: avere nuove armi porterà solo a nuove vittime, credo che nessuno lo voglia. La guerra è già da qualche mese in una fase nuova, non si parla più di contro-offensiva, ma di fase puramente difensiva e di logoramento. “Ci illudiamo se pensiamo che nuovi soldi e armi consentiranno all’Ucraina di vincere”: non lo dico io, lo ha detto Charles Kupchan, ex consigliere per la difesa di Obama. “L’avanzata delle truppe di Mosca non sarà arrestabile, quindi le prospettive di un negoziato diverranno inevitabili”. Non lo dico io, lo ha detto il vice capo dell’intelligence di Kiev Vadym Skibitsky

La scelta del M5s di mettere la parola “pace” nel simbolo in corsa alle prossime elezioni europee è stata criticata da alcuni partiti politici: come rispondete?

Crediamo profondamente che la Pace sia raggiungibile –  con fatica, certo!! – e con tanta ostinazione. Come può dar fastidio che venga inserita nel logo una parola così potente? La mettessero tutti! Ma poi abbiano anche il coraggio di essere coerenti nell’azione politica concreta, perché a dirsi per la pace son bravi tutti, ma poi siamo solo noi a votare a Roma o a Bruxelles contro l’invio di armi a oltranza e contro la corsa al riarmo.

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