Storie Web venerdì, Marzo 21
Notiziario

Con una difficoltà di reperire i talenti, che ormai interessa un’assunzione su due, con punte del 60-70% per quanto riguarda le competenze Stem, abbandoni a “doppia cifra” e oltre 1,5 milioni di Neet nella fascia 15-29 anni un solido asse tra scuola e imprese è una necessità non più rinviabile. Per questo, ha spiegato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, «è nata la nuova filiera formativa tecnologico-professionale, il modello 4+2 (a settembre inizieranno percorsi quadriennali oltre 9mila studenti, ndr) con una forte valorizzazione degli Its Academy, che hanno un tasso placement del 90 per cento. Adesso bisogna rafforzare l’orientamento e far capire a genitori e studenti come la nuova filiera tecnica, che prevede anche un potenziamento dell’italiano, della matematica, dell’inglese, oltre che delle discipline Stem, è una formazione di serie A».

Gli incontri di Valditara al Kilometro Rosso e a Bergamo

L’occasione per rinsaldare l’alleanza tra istruzione e mondo imprenditoriale c’è stata ieri in una serie di incontri che il ministro Valditara ha svolto in Lombardia, parlando poi presso il Kilometro Rosso, negli spazi Brembo, a Bergamo, in occasione dell’evento «Connecting to the future».

Il titolare dell’Istruzione ha iniziato la giornata visitando la Fondazione Dalmine, istituita da Tenaris (Gruppo Techint); un incontro per presentare le attività educative proposte dalla Fondazione, che ogni anno ospita oltre 25mila studenti, offrendo gratuitamente 100 laboratori didattici; e l’ha conclusa con un faccia a faccia con i vertici di Federchimica. A interloquire con Valditara tra gli altri, Gewiss, Sanpellegrino, SACBO, Uniaque, Tesmec, Iematech, Sorint.lab, oltre a Confindustria, Ance, Coldiretti, Confcommercio, Confagricoltura sia di Bergamo sia di Brescia.

«Investire nella formazione tecnica è fondamentale per il nostro sistema manifatturiero, caratterizzato da un bassissimo tasso di disoccupazione e da crescenti difficoltà nel reperire figure professionali qualificate, in un contesto di continuo calo demografico – ha sottolineato Giovanna Ricuperati, presidente di Confindustria Bergamo -. Per questo motivo, diventa prioritario adottare modelli di internazionalizzazione efficaci che permettano di valorizzare gli Its. In questa direzione, stiamo già lavorando con il progetto Etiopia, che ha portato sul nostro territorio oltre 70 giovani, supportati da iniziative di rafforzamento della formazione terziaria, tra Its e Università».

L’istruzione chimica

A riscontrare difficoltà di reperimento delle persone è anche la chimica, che occupa oltre 113mila addetti. Nel settore oltre un terzo delle nuove assunzioni previste è di difficile reperimento, secondo quanto emerso ieri nel corso dell’incontro tra il ministro Valditara e i componenti del consiglio generale di Federchimica. Come ha dichiarato il presidente Francesco Buzzella, «per l’industria chimica la scuola è una vera priorità, perché siamo un’industria basata sulla scienza. Chi studia chimica ha accesso a percorsi professionali qualificati, con livelli di scolarizzazione molto più alti della media industriale: nelle nostre imprese i laureati sono percentualmente il doppio. Inoltre, il 96% dei collaboratori in questo ambito ha un rapporto di lavoro a tempo indeterminato e oltre il 30% degli addetti è coinvolto annualmente in un corso di formazione, perché nella chimica la formazione continua è già una realtà». Tra il 2015 e il 2023 il settore ha generato oltre 8.000 nuovi posti di lavoro, contribuendo a creare occupazione nel Paese in misura maggiore rispetto alla media dell’industria manifatturiera. Tuttavia, come detto, vi è un tema di difficoltà di reperimento che riguarda non solo figure con un’alta specializzazione, in cui si riscontra una carenza di competenze ma, in misura significativa, anche figure tecnico-operative, come i turnisti e gli addetti alla produzione, e che comporta un aumento del divario tra domanda e offerta. «Abbiamo un’urgenza di vocazioni – ha aggiunto Aram Manoukian, Vicepresidente di Federchimica con delega all’Education – e nella formazione chimica permane un significativo divario tra domanda e offerta di “periti”: l’andamento delle iscrizioni ai Corsi di Laurea in Chimica presenta una diminuzione generalizzata. Anche il numero dei diplomati Its Academy non riesce a soddisfare completamente il fabbisogno delle nostre imprese. Con le scuole medie abbiamo fatto molto per orientare verso gli Istituti tecnici, ma ancora troppo spesso scompaiono le classi ad indirizzo chimico e materiali, mentre si moltiplicano quelle in ambito ambientale e sanitario, di cui abbiamo certamente bisogno ma non con un rapporto così squilibrato».

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