Storie Web lunedì, Maggio 12
Notiziario

L’aperitivo è un rito che si trasforma nel tempo, ma a cui gli italiani difficilmente rinunciano. Secondo un’analisi condotta da Cga by Niq per l’Aperitivo Festival, che si tiene dalle 17 del 9 fino all’11 maggio a Milano, il 13% degli italiani si concede quello che ormai è diventato un rituale più di una volta a settimana, il 17% una volta a settimana, il 46% almeno una volta al mese, mentre il 23% più sporadicamente. Il 37% degli italiani ha consumato un aperitivo negli ultimi 3 mesi (+1% sul 2023). E non solo nel classico bar (39%) o cocktail bar e locali dedicati (34%), ma anche in enoteche, trattorie e discobar (15%), ristoranti (13%) e pub e birrerie (10%).

Poi ci sono i consumi in casa, con il fatturato “aperitivi + vermouth” che in Gdo arrivano a 200 milioni di euro di fatturato, anche se pure in questo ambito il taglio del carrello un po’ si è fatto sentire (-0,5% in valore e – 5,2% in valore). Sembrano invece non risentire della crisi nel carrello spumanti, gin e ready to drink, che totalizzano 813 milioni di euro di incassi (+4,2% in valore e +3,6% in volume).

Per quanto riguarda il tipo di aperitivo consumato, tra gli alcolici spicca lo Spritz (33%) che si aggiudica il primo posto in classifica, seguito da Prosecco (29%) e birra (26%). Tra le proposte analcoliche, invece, vincono i preparati già pronti in bottiglia, che siano bibite o cocktail già pronti, seguiti dai succhi di frutta.

Complice anche la ritrovata attenzione alle sanzioni del codice della strada, sono soprattutto i giovani a orientarsi prevalentemente verso le opzioni a basso o nullo contenuto alcolico (come la birra 0% alcol e i mocktail): 27% contro 20% medio.
«Sono Tendenze da monitorare – dice Matteo Fortarezza, industry consultant lead di NielsenIQ – visto che non solo permettono di intuire le trasformazioni nei comportamenti di consumo, ma aprono nuove opportunità di posizionamento per i produttori di soft drink e per i locali di quartiere. Il 31% dei consumatori è infatti intenzionato ad aumentare la frequenza delle proprie visite a locali facilmente raggiungibili a piedi, un dato in crescita di 13 punti percentuali per quanto riguarda la Gen Z. Il 15%, invece, ha dichiarato di voler frequentare locali diversi come ristoranti, musei o cinema, tendenza che coinvolge ancora una volta soprattutto la Gen Z (+7 punti percentuali), confermando la sua propensione a modificare le proprie abitudini di consumo».

L’85% del campione considera importante la proposta di abbinamenti con il food: si guarda ai prodotti a km 0, ai prodotti Dop o del territorio; e 4 consumatori su 5 si dicono disposti a pagare un sovrapprezzo per un’offerta gastronomica di livello superiore. In particolare, il 45% sarebbe pronto a spendere fino a 5 euro in più, il 44% tra i 5 e i 10 euro, e il 12% oltre i 10 euro.

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