È il giorno del summit italo-turco e del business forum, con 500 aziende dei due Paesi iscritte all’evento. Previsto una decina di giorni fa, ma poi rinviato per la visita alla Casa Bianca della premier Giorgia Meloni, il quarto vertice intergovernativo porta a Roma il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, insieme ai ministri degli Esteri, del Commercio, dell’Industria e tecnologia, della Famiglia e della Cultura e turismo. Numerosi gli accordi che saranno firmati in mattinata a villa Doria Pamphilj – a cominciare da una dichiarazione congiunta tra Italia e Turchia su vari temi, fino a memorandum sull’energia e la cooperazione industriale e sui trasporti – mentre il bilaterale tra Erdogan e Meloni toccherà, oltre ai rapporti tra Roma e Ankara, le questioni dell’attualità internazionale, dall’Ucraina alla guerra a Gaza, dalla Libia ai flussi migratori.
Oltre 10 intese commerciali da firmare, con l’obiettivo di rafforzare una partnership economica in piena espansione e per cementare i rapporti con un player internazionale determinante su molti tavoli, dal Medio Oriente all’Ucraina. Si discuterà delle «misure per rafforzare la cooperazione tra Turchia e Italia» e ci sarà «uno scambio di opinioni sulle questioni regionali e globali attuali», ha spiegato sui social il direttore della comunicazione della presidenza turca, Fahrettin Altun.
Il Business forum
Nella sessione pomeridiana interverranno al Forum, in aggiunta ai principali esponenti del Sistema Italia e ai loro omologhi turchi, anche il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il Ministro dell’Industria e della Tecnologia turco, Mehmet Fatih Kacir. Alla sessione di alto livello, che si aprirà intorno alle 15:00, parteciperanno Meloni, ed Erdogan. Il Forum, suddiviso in tavoli settoriali, prevede la partecipazione di numerosi ospiti fra rappresentati del mondo imprenditoriale, delle principali istituzioni finanziare e delle associazioni di categoria di entrambi i Paesi. Si sono iscritte circa 500 aziende dei due Paesi.
L’alleanza italo turca sui droni
Tra i temi che saranno affrontati in occasione del Business forum, quello della Difesa, con un focus sul settore dei droni da guerra. Ai primi di marzo infatti Leonardo e Baykar Technologies, ovvero l’azienda di droni guidata da Selçuk Bayraktar, genero di Erdogan che ha acquisito la ligure Piaggio Aerospace, hanno firmato il memorandum of understanding che ha dato il via a una alleanza italo-turca nel settore dei droni per la difesa. In particolare la collaborazione tra l’azienda italiana e il colosso turco si focalizza sulle cosiddette “tecnologie unmanned”, ovvero i sistemi aerei senza pilota. Questo passaggio ha costituito la premessa «per la creazione di una joint venture per i sistemi aerei senza pilota» che guarda ad un mercato europeo del valore «stimato 100 miliardi di dollari, comprendente caccia senza pilota, droni da sorveglianza armati e droni da attacco in profondità, nei prossimi 10 anni». Progettazione, sviluppo, produzione e manutenzione di sistemi aerei senza pilota è l’obiettivo della Joint Venture, con sede in Italia. I siti di Leonardo impegnati nelle attività sviluppate dalla joint venture saranno quelli di Ronchi dei Legionari, Torino, Roma Tiburtina, e Nerviano. Con questo accordo, Leonardo e Baykar intendono perseguire in maniera congiunta opportunità sia nel mercato europeo sia a livello internazionale, sfruttando anche ulteriori sinergie nel settore spaziale.
Il progetto del caccia di sesta generazione
Tra gli elementi sullo sfondo di questa intesa, anche il caccia di sesta generazione, il Gcap, il progetto che coinvolge in maniera paritetica Italia, Regno Unito e Giappone. Si tratta di un sistema di aerei da combattimento, integrato con sistemi cooperanti non pilotati, satelliti e altri assetti militari. Il progetto prevede che tutti gli elementi del sistema siano collegati da una rete “intelligente”, basata su un’architettura cloud dedicata, intelligenza artificiale e datalink di nuova generazione. Il caccia di sesta generazione dovrebbe entrare in servizio dal 2035, in sostituzione degli Eurofighter. Il Gcap sarà affiancato da no sciame di droni, ma è ancora presto per capire se si potrà sviluppare una sinergia tra Italia e Turchia anche in questo progetto così strategico. Roberto Cingolani, amministratore delegato e direttore generale di Leonardo, ha ricordato che «l’industria della difesa sta attraversando sfide inedite come i sistemi senza pilota, l’intelligenza artificiale, il fighter di sesta generazione, la cybersecurity e lo spazio. In questo scenario – ha aggiunto – siamo convinti che la cooperazione tecnologica sia necessaria e urgente». Secondo Cingolani «i primi prototipi li vedremo tra dieci anni, intanto dobbiamo conoscere i requisiti. Ancora non sappiamo nemmeno dove andranno i droni, sulle ali? Come gregari? È troppo presto». Certamente però, ha aggiunto, «ci sarà la necessità di mezzi unmanned, e sviluppare nuove tecnologie».