Il decreto sugli acconti Irpef è diventato legge. Il provvedimento riassesta lo squilibrio creato con la riforma fiscale del 2023, che aveva ridotto le aliquote Irpef e alzato la no tax area per i lavoratori dipendenti, ma solo per il 2024. Con la legge, ora, questa regola viene eliminata: gli acconti dovranno ora essere calcolati usando le nuove aliquote e detrazioni in vigore. Una decisione che riguarda circa 2,2 milioni di contribuenti, principalmente lavoratori autonomi o soggetti con redditi non da lavoro dipendente o pensione. Per la grande maggioranza dei lavoratori dipendenti e pensionati non cambia nulla: le nuove aliquote erano già state “assorbite” nei calcoli delle ritenute Irpef 2025. Per gli altri, il cambiamento comporta una riduzione degli acconti dovuti nel 2025 (pari a 245,5 milioni di euro), con un recupero previsto nel saldo del 2026.

Novità

Viene confermata la nuova detrazione di 1.955 euro per redditi da lavoro dipendente fino a 15.000 euro (esclusi i pensionati). Si precisa che solo circa 2,2 milioni di soggetti su 37,8 milioni sono realmente tenuti al versamento degli acconti Irpef. Gli acconti Irpef 2025 saranno calcolati con le nuove aliquote e le detrazioni aggiornate senza “traumi” per contribuenti autonomi e assimilati. Ciò garantisce più equità tra imposte e acconti, evitando versamenti superiori al dovuto. I fondi stanziati assicurano la copertura finanziaria dell’agevolazione.

Nuove aliquote

La norma precedente imponeva di usare le aliquote 2023 (23%, 25%, 35%, 43%) anche per gli acconti 2025. Ora verranno usate le nuove aliquote strutturali introdotte dalla Legge di bilancio 2025, valide dal 1° gennaio 2025: 23% fino a 28.000€; 35% tra 28.000 e 50.000€; 43% oltre 50.000€. Per i redditi da lavoro dipendente fino a 15.000€, la detrazione passa da 1.880€ a 1.955€, già prevista per gli acconti 2025. L’adeguamento riguarda anche la no‑tax area per lavoratori dipendenti, innalzata a 8.500€.

Benefici finanziari e platea interessata

La riforma interessa circa 2,2 milioni di contribuenti (es. autonomi, redditi non da lavoro dipendente o pensione): per questi, la novità si traduce in un risparmio per l’acconto 2025 di circa 245,5 milioni€. Sfruttano un allineamento tra imprese e versamenti già trattenuti via ritenuta. Invece, il grosso dei lavoratori dipendenti/pensionati non vede variazioni sostanziali, poiché le nuove aliquote erano già incorporate nelle ritenute.

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