Sono ancora gli obbligazionari a tenere le redini dell’intero sistema dei piani individuali di risparmio. A livello complessivo il settore ha chiuso i battenti di settembre con i conti in attivo per 208 milioni e di questi ben 205 sono stati portati in dote dai prodotti specializzati sui bond. Questa è un’ulteriore prova che i Pir non puntano più sul capitale di rischio come all’inizio della loro storia, ma consolidano progressivamente e in maniera sempre più consistente l’orientamento verso i titoli di debito. Una scelta che in termini di sicurezza può essere più indicata a chi non vuole rischiare, ma non sicuramente dal punto di vista del rendimento, almeno per quello che si è visto sul mercato finora.

Le scelte

Indubbiamente chi ha puntato sui Pir azionari è stato ampiamente ripagato in termini di rendimento, ma a giudicare dall’andamento, sembra quasi che questo treno sia passato una volta sola perché chi ha investito nei primi tre anni dall’esordio di questi prodotti, allo scadere dei cinque anni ha preferito liquidare le posizioni, usufruendo dell’agevolazione fiscale prevista dal legislatore e senza riservare grande attenzione al futuro dell’economia reale. Un atteggiamento lecito e comprensibile. Però dopo quelle fuoriuscite non c’è più stato un flusso di capitali freschi indirizzati soprattutto nelle casse degli azionari.

Dove vanno i flussi

I flussi, invece, hanno riempito i forzieri dei prodotti obbligazionari, gli unici a occupare un piccolo spazio nei portafogli delle famiglie italiane (poche in verità). Ma anche in questo caso la scelta di diversificare sui piani di risparmio obbligazionari è dettata da considerazioni soprattutto di convenienza più che da una scelta ponderata di puntare sulle piccole medie imprese italiane: se si raggiunge l’orizzonte temporale di cinque anni, bene, in caso di rendimento non si paga il capital gain. In caso contrario, invece, sarà come avere investito in un fondo obbligazionario tradizionale.

L’offerta

E non è un caso che da parecchio tempo a questa parte, come spesso sottolineato in queste colonne, il segmento dei Pir obbligazionari sia l’unico a mostrare dinamicità in termini di nuove proposte. Sui 90 Pir analizzati dall’Osservatorio di Plus24 ben 38 sono obbligazionari e di questi la maggior parte sono nati nel corso dell’ultimo anno. Solo fino a un paio di anni fa i prodotti di questa tipologia si contavano sulle dita di una mano.

La raccolta dei prodotti

Dal versante dei singoli prodotti, questa volta è un Pir targato Mediolanum (Obbligazionario V La) ad aver incassato più di tutti con un saldo positivo per 73 milioni. Seconda posizione per Bcc Investire Obbligazionario Pir, in attivo per 55 milioni e terzo posto per Eurizon Obbligazionario Edizione 12 con una raccolta di 47,4 milioni. Chiudono la graduatoria un altro prodotto della scuderia Mediolanum (Flessibile Sviluppo Italia) e due di Amundi (Risparmio Italia B e Sviluppo Attivo Italia B).

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