Rendere più semplice l’uso del welfare aziendale e, soprattutto, alla portata delle Piccole e medie imprese. Si può riassumere così la mission di Smartwage, una società benefit palermitana che punta a costruire piani welfare realmente aderenti alle esigenze dei dipendenti, generando un valore percepito superiore e un uso più consapevole delle risorse disponibili. La società, creata da cinque soci (Marco Gambardella, Marco Perniciaro, Felice Cupane, Lorenzo Ait, Delia Di Bona), un team di founder con esperienza consolidata in tecnologia, HR e finanza, oltre a due soci investitori (Lamberto Cesari e Antonio Licata di Baucina), ha varato una piattaforma che è già operativa sul mercato, adottata da aziende di diversi settori e dimensioni. E ha introdotto un’innovazione metodologica e di processo: semplifica un sistema complesso, rendendolo intuitivo e automatizzato, utilizza l’intelligenza artificiale per riconoscere automaticamente le spese ammissibili e ridurre l’intervento umano.
«Con Smartwage, le aziende possono costruire piani welfare realmente aderenti alle esigenze dei dipendenti, generando un valore percepito superiore e un uso più consapevole delle risorse disponibili – spiega il Ceo Marco Gabardella – il progetto nasce con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze e rendere il benessere un diritto accessibile a tutte le aziende e i lavoratori, a partire dalle micro e piccole imprese, spesso escluse dalle soluzioni tradizionali». In concreto la piattaforma, che ha sviluppato già il primo di una serie di moduli, rende più semplice l’utilizzo del welfare aziendale per i dipendenti eliminando limiti oggettivi che, spiegano i promotori, in questa fase rappresentano un grande limite: l’obiettivo è semplificare l’offerta di welfare con la domanda e dunque con le reali esigenze dei lavoratori che possono utilizzare questi benefici senza vincoli. I primi risultati del team, di cui fanno parte anche cinque sviluppatori, hanno in qualche modo confermato quelli che erano i presupposti di partenza dei fondatori dell’azienda palermitana: «Siamo passati da uno scenario in cui i dipendenti spendono il welfare nelle ultime settimane dell’anno ad uno scenario in cui ci preoccupiamo del fatto che possano spenderlo troppo rapidamente perchè è troppo semplice spenderlo» dice Felice Cupane che è il Cto. Ed è interessante anche l’aspetto per così dire divulgativo della piattaforma che informa i fruitori sulle reali possibilità offerte dal welfare. Un punto non secondario in regioni come la Sicilia fatte soprattutto da aziende a volte anche micro con pochissimi dipendenti in questa fase tagliate fuori da quest’ambito. Un lavoro tutto da fare che, per i promotori di Smartwage, rappresenta una grande opportunità di sviluppo. I risultati attesi sono chiari: «Aumento dell’adozione del welfare tra le Pmi (+35% in 12 mesi) – spiegano -, miglioramento della qualità della vita lavorativa e personale dei dipendenti (misurato tramite survey e indicatori Esg), riduzione del turnover del personale (-20% medio stimato), contributo concreto alla riduzione della povertà lavorativa».
Smartwage si fonda su un modello SaaS (Software-as-a-Service), strutturato con un sistema di abbonamento modulare e accessibile anche alle piccole e medie imprese. Una scelta che coniuga inclusività e solidità economica, garantendo costi contenuti per gli utenti e, al tempo stesso, un’elevata marginalità operativa per l’azienda. «Grazie a un forte potenziale di scalabilità – spiegano ancora dall’azienda – il modello assicura la sostenibilità economico-finanziaria del progetto nel lungo periodo. La solidità del percorso è confermata dal completamento di un round seed e da una roadmap finanziaria orientata alla crescita su scala nazionale, a testimonianza della fiducia già accordata da parte degli investitori».