C’è un momento nella vita di ogni appassionato di vino in cui arriva la domanda esistenziale: quanti calici servono davvero? Quanti ne devo acquistare per una buona mise en place di uso domestico? In realtà molti meno di quanti vi hanno fin qui raccontato. Soprattutto se non vivete in un attico con cristalleria dedicata ma in una casa normale, con lavastoviglie normale e i soliti amici buontemponi e gaudenti che maneggiano i bicchieri come se fossero attrezzi da fitness; insomma la quotidianità alla quale la maggior parte di noi è abituata.
È pur sempre vero che il bicchiere arreda la tavola e che il vino servito nel calice adeguato può esprimere le sue migliori caratteristiche, o i suoi lati peggiori se “toppate” clamorosamente la scelta di servizio. Senza estremismi che non appartengono al mio modo di vedere le cose, sappiate che si può avere una buona attrezzatura domestica con un solo bicchiere “universale”; molte case produttrici lo propongono sul mercato ed è un investimento che mi sento di suggerire.
A scanso di equivoci chiariamo subito che il tumbler, alto, basso, fighetto o da Negroni che sia, è per l’acqua e per i drink: chiuso il discorso. Il vino si serve nel calice, quello con lo stelo, e si tiene dallo stelo. Non per fare gli snob, ma per una ragione molto semplice: la mano scalda il vino, lascia impronte e, con il mignolino alzato, si entra direttamente nel registro delle cafonate storiche.
Fin qui tutto noto, ma veniamo al punto. In passato, per essere considerati “seri”, bisognava possedere un arsenale di bicchieri: il calice da Chardonnay, quello da Riesling, il ballon da rosso importante, il bicchiere da Pinot Nero ma anche da Nebbiolo, la flûte, la coppa retrò da diva anni trenta, il bicchierino da passito e magari anche un decanter che costava come un paio di Louboutin.
Poi è arrivato il buon senso e si è imposto il calice universale ovvero un bicchiere medio/grande a tulipano (se volete anche con le pareti che si chiudono leggermente verso l’alto), piuttosto elegante da sembrare professionale e resistente quanto basta per uscire indenni da una serata con gli allegri sollevatori di calici già menzionati come campioni di fitness applicato al vino.
