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A Natale spesi 17 miliardi, un regalo su tre scelto dall’IA

Sale il conto delle feste di Natale esupera i 17 miliardi di euro. La voglia di mantenere le tradizioni prevale sulle difficoltà economiche e sullo stress. Cresce intanto il ricorso all’intelligenza artificiale nella scelta dei regali (anche se spesso sbaglia), mentre aumenta il fenomeno del riciclo dei doni. È quanto emerge dagli ultimi studi di Codacons, Coldiretti, Consumerismo No Profit, Confcooperative e Deloitte, che fotografano il Natale 2025. La spesa per le feste, dalla Vigilia fino a Santo Stefano, solo per cibi, bevande, regali, viaggi e ristoranti è stata mediamente di 665 euro a famiglia, per un totale di 17,1miliardi, secondo il Codacons.

“Le famiglie non hanno ridottogli acquisti legati al Natale, con la spesa complessiva che, complice l’aumento dei prezzi che interessa alcuni settori come alimentari e turismo, è cresciuta di circa 230 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2024”, spiega l’associazione. La spesa per i regali ammonta a 9,6 miliardi di euro, in linea con lo scorso anno, mentre cibi e bevande valgono 3,1miliardi. Altri 450 milioni sono stati pagati per le consumazioni al ristorante e i viaggi degli italiani legati alla sola festività natalizia hanno generato un giro d’affari di 4miliardi di euro.

Al classico cenone della Vigilia e al pranzo di Natale non si rinuncia, piuttosto si risparmia in altri modi, a partire dal riciclo dei regali ricevuti. Questa abitudine contraddistingue ormai un italiano su due, secondo Confcooperative, e porta a una minore spesa di 3,7 miliardi di euro, in crescita di 300 milioni rispetto allo scorso anno. I doni più riciclati sono i generi alimentari, seguiti da sciarpe, guanti, cappelli, calzini, pelletteria e cosmetici. Metà dei “riciclatori seriali” dà nuova vita ai regali poco graditi donandoli a sua volta, tre su dieci li rivendono sulle piattaforme online e sui social network, gli altri chiedono ai negozi di sostituirli con buoni o altri articoli da regalare.

Le gift card e i buoni sono un’altra tendenza in crescita quest’anno, secondo Federmoda Confcommercio Veneto. L’associazione segnala come il maltempo alla Vigilia “abbia tenuto lontani i ritardatari, soprattutto dai negozi dei centri cittadini e dei quartieri. Chi doveva comprare qualcosa ha privilegiato i centri commerciali”, ha dichiarato il presidente Riccardo Capitanio.

Circa 1 regalo su 3 finito sotto l’albero su consiglio dell’IA

Molti, in cerca del regalo perfetto, si sono rivolti anche all’intelligenza artificiale.  “Stimiamo che circa un regalo su tre finito quest’anno sotto l’albero (il 36% del totale) sia stato scelto seguendo proprio le indicazioni e i consigli dell’Ia, per un controvalore di circa 3,5 miliardi di euro”,osserva Consumerismo No Profit. Questi consigli però non sempresi sarebbero rivelati corretti, determinando “scelte pococonsapevoli, impersonali e sbagliate”.

Secondo un’indagine di Deloitte ha usato l’intelligenza artificiale generativa nello shopping natalizio il 12% degli intervistati in Italia e il 14% in Europa e molti di più hanno usato strumenti digitali: solo uno su tre ne ha fatto a meno. Con o senza l’aiuto del web, per molti le festività restano fonte di stress. In Italia il 33% ritiene le festività stressanti e il 38% trova stressante lo shopping. “A pesare è soprattutto la gestione del budget: solo il 27% degli italiani dichiara di avere risorse sufficienti per garantire un Natale davvero gioioso, un dato al di sotto della media europea”, si legge nell’osservatorio.

Nonostante tutto, anche questo Natale è stato all’insegna della tradizione. Secondo Coldiretti oltre nove cittadini su dieci hanno festeggiato in casa propria o in quelle di parenti e amici e gli altri in ristoranti e agriturismi. In media, chi ha preparato il pranzo di Natale ha trascorso 2,8 ore ai fornelli, anche se in quasi un caso su dieci si è ricorso a cibi d’asporto o portati da altri. Otto le persone a tavola, in linea con gli anni precedenti. Il menù nella maggioranza dei casi ha privilegiato prodotti e ingredienti nazionali e a km zero, secondo Coldiretti, “anche sull’onda del riconoscimento della cucina italiana a patrimonio Unesco”.

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