Dopo Brasile, Argentina e Perù, paura per l’epidemia di dengue e chikungunya anche a Cuba. 

Dopo settimane in cui era stato minimizzato il problema, nonostante le migliaia di segnalazioni sui social, il governo di Cuba ha ammesso oggi almeno 13.000 casi di febbre possibilmente legati a contagio dei virus dengue, chikungunya e oropouche.  

La dichiarazione ufficiale arriva dalla viceministro della Salute Pubblica, Carilda Peña, direttamente dalla televisione di Stato parlando di “un aumento in tutte le aree del Paese” delle tre malattie che si trasmettono attraverso la puntura di insetti.

Sette le persone in condizioni critiche ma ancora nessun dato ufficiale su quante siano state finora le vittime. 

Per la prima volta le autorità sanitarie del governo castrista riconoscono una diffusione estesa dei tre arbovirus: Peña ha affermato di essere “pronti a fornire assistenza” e che verrà avviata prossimamente una estesa campagna di fumigazione nelle zone più colpite – principalmente nel distretto di Matanzas – ma l’intervento viene considerato già tardi o da numerose organizzazioni vicine alla dissidenza che denunciano la “ridotta capacità di affrontare le epidemie e controllare la riproduzione delle zanzare con montagne di rifiuti e liquidi che permangono nelle strade per settimane”.   

 

L’Osservatorio cubano per i diritti umani (Ocdh), ong con sede a Madrid, ritiene che il governo continui a minimizzare “l’allarmante crisi della salute” dell’isola e ha chiesto alle autorità di dichiarare l’emergenza sanitaria.

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