«Insieme ai nostri partner continuiamo anzitutto a operare per il cessate il fuoco, per un processo costruttivo che, con il concorso della comunità internazionale, porti alla soluzione a due Stati, giusta, necessaria, sostenibile e in linea con il diritto internazionale, unica prospettiva di pace stabile. Prospettiva unica e urgente se si vuole scongiurare che il sedimento di ostilità e di risentimenti provochi rapidi e frequenti ritorni di sempre più gravi violenze. Non è una formula di rito, non è una posizione vana. Fu l’Assemblea delle Nazioni Unite a istituire un focolare per il popolo ebraico dopo la Seconda guerra mondiale. Costruire un futuro per il Medio Oriente in cui Israele e Palestina coesistano in pace e sicurezza è un compito che, se sarà sviluppato da coloro che oggi nascono e crescono tra le macerie della guerra, tocca oggi a noi saper far decollare». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale il corpo diplomatico accreditato in Italia.
Ripensare architettura organizzazioni internazionali
«Il multipolarismo odierno – ha detto il Presidente della Repubblica – sollecita a ripensare l’architettura e i metodi di lavoro delle organizzazioni internazionali, per portarle a essere pienamente efficaci e coerenti. Si tratta di una sfida a cui il Patto per il Futuro ha cercato, non senza difficoltà, di fornire alcune risposte. In questo contesto l’Italia avverte l’esigenza di riaffermare il fermo e convinto appoggio al multilateralismo, ancorato alla sua Costituzione, come ho avuto occasione di sottolineare a New York nel maggio scorso, alle Nazioni Unite. È tema di grande importanza», ha sottolineato, «tanto più in un momento in cui si rafforza una retorica semplicistica e divisiva. Sono responsabilità sulle quali saranno chiamati a confrontarsi, insieme agli altri, i leader che si sono affermati a seguito dei tanti processi elettorali svoltisi nell’anno che si chiude. Un anno in cui si sono svolte circa 60 elezioni generali».
Protezionismo cancella evoluzione di tre secoli
Il Capo dello Stato ha ricordato che «la cooperazione internazionale trova nelle relazioni economiche uno dei suoi punti di forza. La pretesa della autosufficienza contrasta con la realtà dei fatti. Anche qui, si vorrebbe cancellare l’evoluzione del mondo degli ultimi tre secoli, invocando temi come la sicurezza nazionale per giustificare nuovi protezionismi». Secondo il Presidente della Repubblica, le «politiche distorsive, ostacoli al libero commercio alterano significativamente le condizioni di accesso ai mercati e danneggiano gli interessi dei consumatori. La storia insegna che il protezionismo non ha mai portato vantaggi di lungo periodo, a volte è stato persino causa di conflitti armati, mentre il libero commercio – è l’esperienza sviluppata dall’Unione europea – è un fattore di crescita formidabile. Fattore messo a rischio, oggi, anche dai conflitti e da atti emulativi lungo le maggiori rotte commerciali, pregiudicando la libertà di navigazione, elemento essenziale delle libertà dei popoli e della prosperità di tutti».
Non più procrastinabile difesa comune europea
Un passaggio dell’intervento è stato sull’Unione europea, e in particolare sulla difficoltà di parlare con la stessa voce in settori strategico. «L’Europa è prima di tutto un progetto di pace – ha ricordato Mattarella -. La ricerca della pace ne ha caratterizzato la genesi e lo sviluppo. L’Unione europea non rappresenta una minaccia per nessuno. È costume che non appartiene ai suoi valori costitutivi, costume che non ha mai praticato. Condizione che non la sottrae alla necessità di rafforzare una cultura strategica comune. A tal proposito, vorrei ribadire che una vera difesa europea non appare più procrastinabile. Abbiamo l’esempio della Nato, alleanza difensiva chiamata a garantire la sicurezza dei popoli alleati scongiurando lo spettro della guerra. L’Italia non cesserà di offrire il proprio contributo per la pace e la stabilità in Europa e nel mondo e la Presidenza italiana del G7, in questo 2024, ha avuto come obiettivo cardine proprio la difesa del sistema internazionale basato sulle regole».
IA è sfida. Non sia monopolio privato
Infine, un passaggio dell’intervento è stato sull’intelligenza artificiale. «Lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale pone sfide nuove. Per un’obiettiva visione del mondo occorre sapere che essa non basta a se stessa e non è neutrale. Fondamentale è un suo sviluppo inclusivo, di cui possano beneficiare tutti i popoli. Le scoperte e gli sviluppi in questo ambito non possono essere monopolio privato. La loro governance – ha aggiunto Mattarella – non può essere affidata soltanto al mercato o al potere di pochi. È’ necessario che le istituzioni sappiano farne un ”bene comune”, incanalandone le potenzialità in modo coerente con i progetti di vita collettiva e di relazione».