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Notiziario

Nel caso del calcio o altri eventi in diretta è più difficile, perché tutto avviene in tempo reale. Con aggiornamenti e film, si può mettere per tempo il file nelle cache. Con il calcio, il contenuto è ripreso dalle telecamere e subito dopo va distribuito lungo la rete delle cache, vicino agli utenti. Questo lavoro per Dazn lo fa Mainstreaming, società italiana nata nel 2013 e suo partner unico mondiale per le cdn.

L’Italia è stato il laboratorio mondiale di questo modello evoluto di distribuzione sul territorio, racconta Philippe Tripodi, co-fondatore di Mainstreaming. Quest’azienda ha circa 500 computer cache in Italia; 2mila nel mondo. Ognuno di loro costa tra i 15-30mila euro perché deve essere molto veloce e avere tantissima memoria. Tra i principali concorrenti, c’è la cdn di Akamai (attore globale). Anche le big tech hanno però ora una propria cdn, che usano insieme a quelle di attori specializzati.

Il debutto di Dazn sulla serie A in Italia è stato il 2021. Da quel momento cambia tutto, anche per un operatore telefonico, come spiega Giulio De Nicola, manager of IP & DC Network Engineering di Fastweb + Vodafone. «Prima dimensionavamo la rete in base alla media dei picchi di traffico. Adesso invece lo facciamo sui picchi assoluti. È il solo modo per non fare arrabbiare il cliente e rischiare di perderlo, nell’intensa concorrenza che ora c’è tra operatori».

Risultato, la rete degli operatori è sovradimensionata per quasi tutto l’anno, «vuota nel 90% del tempo. Ma va dimensionata per reggere 16 eventi l’anno».

La sfida è complessa, concordano Tripodi, De Nicola e Roggio, anche perché è impossibile prevedere con certezza, in anticipo, da quali città verrà più traffico; né se ci saranno problemi di rete per qualche guasto tecnico lungo la filiera (un computer o un router di rete che si rompe, la corrente elettrica che manca in un punto). Sono situazioni che a volte emergono solo durante la partita o poco prima e allora gli operatori della filiera devono attrezzarsi in pochissimo tempo. Ad esempio, spostando la capacità di traffico da una parte all’altra; oppure installando cache addizionali, con uno sforzo logistico da fare con urgenza. Quando il Cagliari è salito in Serie A, racconta Roggio, la priorità è stata «andare a mettere il server a Cagliari» per evitare la congestione di tutta la Sardegna. De Nicola racconta di una cache da installare a Napoli: si accorgono all’ultimo che manca il router. Per rimediare, «una persona di Fastweb ha preso il server, lo ha portato in un autogrill a Bologna e da lì è partita una staffetta coi furgoni per portare tutto».

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