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Notiziario

Si sono sentiti fino all’ultimo minuto, prima della partenza di Steve Witkoff per la Russia. Rustem Umerov, il nuovo capo negoziatore ucraino che aveva trascorso il weekend ad Hallandale Beach, presso Miami, a confrontarsi con l’inviato di Donald Trump ma anche con il segretario di Stato Marco Rubio e con il genero del presidente americano, Jared Kushner, ha incontrato ieri ancora una volta Witkoff e poi con lui si è collegato con Parigi, dove Emmanuel Macron aveva ricevuto all’Eliseo il presidente Volodymyr Zelensky. Una mobilitazione diplomatica con l’obiettivo di coordinare il più possibile le posizioni di americani, europei e ucraini: e tentando di sensibilizzare Witkoff sul punto di vista di Kiev per il momento in cui, oggi pomeriggio, l’inviato di Trump sarà ricevuto al Cremlino.

Con lui Vladimir Putin intende esaminare il “piano di pace Trump” nato con l’influenza di Mosca ma rivisto dai negoziatori ucraini. E rimasto in sospeso su due punti cruciali, che Zelensky avrebbe voluto affrontare direttamente con Trump: le pretese territoriali russe, con la definizione di un futuro confine; e il tipo di protezione che la Nato potrebbe offrire all’Ucraina al termine della guerra. Ed è su questi due punti, in particolare sulla “linea di controllo”, che secondo due fonti ucraine citate da Axios si sono concentrati gli sforzi dei negoziatori in questi ultimi giorni.

Ma ora che la scena si sposta su Mosca, nessuno si illude su un’inversione di rotta da parte del presidente russo, convinto in questa fase di avere la meglio al fronte e di avere buone opportunità di intesa con la Casa Bianca; mentre Zelensky è anche indebolito dagli scandali sul piano interno. Ed è probabilmente per presentarsi in posizione di forza all’inviato americano che proprio ieri sera Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino, ha annunciato a sorpresa che il presidente russo si sarebbe recato il 30 novembre «in uno dei centri di comando dell’Organizzazione militare speciale» dove il capo di Stato maggiore, generale Valerij Gherasimov, gli ha annunciato «la liberazione di Pokrovsk e di Volchansk, nella regione di Kharkiv». Oltre all’avvio di un’offensiva nell’oblast’ di Zaporizhzhia.

Ucraina, 1.369° giorno di guerra

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Putin non mostra dunque cedimenti nelle sue mire sull’intero Donbass e nelle regioni intorno. Ma per mantenere il legame con gli Usa, deve comunque apparire disposto a far fare qualche passo avanti al dialogo, su qualcuno dei punti del piano che lui stesso ha definito una buona base di partenza. L’incontro di oggi – il sesto viaggio di Witkoff in Russia da febbraio – potrebbe servire a capire se ci sono parti del piano in cui le posizioni russe e ucraine si avvicinano.La Russia, ha spiegato Peskov in televisione, conta di avere dalla delegazione americana maggiori informazioni sul piano di pace definito con Kiev, sui punti discussi e su quelli concordati. Peskov ha lasciato aperta la possibilità di una dichiarazione comune al termine dell’incontro di oggi.

Riferendo invece sull’esito degli incontri in Florida con la delegazione ucraina, Rubio aveva detto che «naturalmente l’obiettivo finale non è soltanto la fine della guerra… ma assicurare una fine della guerra che veda l’Ucraina sovrana e indipendente, in un’èra di reale prosperità». Anche secondo Zelensky gli incontri di Miami sono stati «produttivi», ma con «questioni difficili che devono ancora essere affrontate».

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