Nasce un nuovo network di piccole e medie imprese meridionali dell’aerospazio. L’iniziativa prende le mosse dalla esperienza di Sam (Società aerospaziale mediterranea): ad oggi vi hanno aderito imprese di Campania, Puglia, Calabria e Sicilia e stanno per aggiungersi alcune aziende sarde. Il progetto è stato presentato ieri a Napoli in occasione del convegno «Up&Down Stream» organizzato dalla Società Aerospaziale Mediterranea (SAM), alla presenza tra gli altri di Giorgio Marsiaj, vice presidente di Confindustria, Silvia Natalucci, direttore Cosmo SkyMed dell’Agenzia Spaziale Italiana, Marco Casucci, manager dell’Agenzia Spaziale Europea ESA.
«Aerospazio e difesa sono asset strategici per l’autonomia tecnologica e la competitività dell’Italia e dell’Europa. Serve rafforzare la filiera, evitando frammentazioni e dispersione di risorse fuori dall’Ue _ dichiara Giorgio Marsiaj, delegato di Confindustria per l’Aerospazio _ Stiamo lavorando sulla legge per lo spazio, EU Space Act, e sul raccordo tra industria e università tramite un tavolo con la CRUI – spiega – con l’obiettivo di favorire la crescita dimensionale, l’innovazione e una integrazione tra grandi gruppi e Pmi». Marsiaj ricorda, inoltre, la posizione comune sui questi temi condivisa con le Confindustrie tedesche e francesi Bdi e Medef . In merito alla legge sullo spazio entrata in vigore lo scorso giugno, poi avverte: «Regole troppo rigide rischiano di limitare la competitività. Attenzione anche all’evoluzione della discussione a livello Europeo con l’EU Space Act che potrebbe creare distorsioni di mercato tra i Paesi dell’Unione. Difendere questo comparto – conclude – significa sostenere innovazione, occupazione qualificata e coesione territoriale». «Di fronte all’aprirsi di nuove opportunità di business _ spiega Luigi Iavarone, presidente del Consiglio d’Amministrazione della Società Aerospaziale Mediterranea SAM e menbro del Comitato tecnico per lo Spazio di Confindustria _ e soprattutto di fronte ai grandi programmi della Unione Europea sullo spazio e sulla difesa, le piccole e medie imprese devono fare squadra per contare di più».
Si pensa a un nuovo modello di cooperazione tra piccole e medie imprese del Sud, che non parta dalla costruzione di un soggetto giuridico, ma dalla volontà di cooperare studiando di volta in volta le cornici e gli strumenti più utili. Quindi si pensa soprattutto a un patto tra imprese. L’obiettivo è chiaro: presentarsi come sistema industriale capace di intercettare commesse e partnership sui mercati nazionali e internazionali, a partire dal Mediterraneo allargato. Quindi proporsi come interlocutore più forte sia per partecipare ai bandi europei, per dialogare con le pubbliche amministrazioni e soprattutto con la grande impresa. Sono numerosi i campi in cui il n uovo network intende operare: satelliti, piattaforme, componenti, osservazione della Terra, navigazione, dati e servizi. E ancora, le PMI del Sud portano soluzioni per energia, mare, agrifood, monitoraggio ambientale, infrastrutture e protezione civile.
Secondo uno studio di Srm, centro studi collegato a Intesa Sanpaolo, le pmi meridionali del settore spaziale circa 80 aziende sulle 275 a livello nazionale, raggiungono i 500 milioni l’anno di valore aggiunto, Gli occupati sono un quarto della media nazionale ( 2.500).
«L’industria del Mezzogiorno nell’ambito spazio è in grande crescita: lo vediamo quotidianamente anche nella partecipazione ai bandi dell’Agenzia Spaziale Italiana – afferma Silvia Natalucci, Missioni e Direzione Cosmo – Sky-Med dell’Agenzia Spaziale Italiana – Le piccole e medie imprese sono molto rappresentate ad esempio all’interno di programmi per lo sviluppo di piccoli e microsatelliti. Stiamo lanciando anche un nuovo programma, nell’ambito del PNRR, che vede coinvolte le aziende del Sud, soprattutto per quanto riguarda il segmento downstream e il segmento servizi».












