Storie Web venerdì, Novembre 14
Notiziario

Chimica, e nient’altro. A settembre i segni meno nell’export nazionale sono in effetti l’eccezione, all’interno di un quadro scintillante quasi ovunque. La crescita del mese, un progresso del 10,5%, è distribuita in modo omogeneo tra Europa (+10,2%) e mercati extra-Ue (+10,9%), visibile sia nei valori ma anche nei volumi, in progresso di quasi otto punti.

Spinta che in termini geografici arriva soprattutto dagli Stati Uniti, responsabili da soli di oltre due punti di crescita delle vendite nazionali. Progresso legato alla vendita una tantum di navi ma anche all’ennesimo scatto della farmaceutica, che vede un aumento mensile del 58%.

Farmaci che da soli spiegano quasi interamente il progresso del made in Italy nei 9 mesi, ora salito al 3,5%, oltre 16 miliardi in più rispetto allo stesso periodo del 2024. L’area della farmaceutica è di gran lunga la più performante, con vendite salite in nove mesi di quasi 40 punti, portando il totale tra gennaio e settembre a 52 miliardi di euro, quasi l’11% del totale. Nei farmaci peraltro si verifica anche l’impennata del flusso opposto, quello dei principi di base, con importazioni annue balzate del 44% a quota 44 miliardi di euro, acquisti che arrivano soprattutto da Stati Uniti e Cina. Se nel 2025 il saldo resta ancora ampiamente positivo, nel mese di settembre la nostra bilancia commerciale di settore finisce in rosso di una manciata di milioni

Altro dato in evoluzione è quello delle auto in arrivo dalla Cina, con una crescita nei nove mesi del 62%. Se la quota totale sulle importazioni resta ancora limitata (il totale sfiora i 30 miliardi), la roboante crescita cinese si confronta però con una discesa degli acquisti di settore dell’1,7%.

Segnali rassicuranti dal lato delle vendite arrivano dal primo mercato di sbocco, la Germania, i cui acquisti di made in Italy crescono del 4,2%, con crescite diffuse a quasi tutti i settori.

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