Interventi di protesi, tumori e le operazioni di alta complessità, queste alcune delle problematiche che spingono sempre più le persone a spostarsi fuori Regione per curarsi. Tra le motivazioni, anche il tentativo di ovviare alle lunghe liste d’attesa.
In Italia cresce sempre più il numero di cittadini che si spostano in altre Regioni, rispetto a quelle di residenza, per accedere alle cure mediche. Solo nel 2023 sono stati 670mila i ricoveri effettuati fuori dalla propria Regione, con un flusso di quasi 2,9 miliardi di euro in rimborsi, che per la maggior parte sono stati indirizzati dalle Regioni meridionali a quelle centrali e settentrionali. A dirlo i dati sulla mobilità sanitaria presentata dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).
Le patologie che spingono maggiormente le persone a spostarsi sono principalmente quelle osteoarticolari, in particolare gli interventi per le protesi, i tumori e le operazioni di alta complessità. Tra le motivazioni c’è anche la scelta di trovare strutture sanitarie di maggiore qualità, ma anche di ovviare alle lunghe liste d’attesa che non permettono di accedere alle cure; un grosso problema a cui Ministero e Regioni stanno cercando di rispondere con un tavolo di lavoro per l’applicazione delle normative previste dalla legge.
Ciò che emerge quest’anno è che il livello di mobilità è tornato ai valori del 2018 ed è in continua crescita, sebbene in alcune Regioni come Lazio e Campania si registrino già miglioramenti significativi. Se fino a poco tempo fa a essere considerata la Regione con maggiore attrattiva era la Lombardia, oggi è stata superata dall’Emilia-Romagna.
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I dati mostrano come gli spostamenti dei cittadini dalle Regioni del Sud verso il Nord, mettano in evidenza un profondo divario tra le Regioni. Un esempio è dato dai 142 milioni di euro di rimborsi, destinati a Lombardia ed Emilia-Romagna, che da soli rappresentano la metà del saldo negativo della Regione Sicilia.
Tuttavia anche la Lombardia, soprattutto verso le regioni con cui confina, presenta un saldo negativo di circa 200 milioni di euro. Ma la prima per mobilità in uscita è senza dubbio la Campania, che ha migliorato le proprie performance, con 235 milioni di euro di rimborsi.
Gli esperti di Agenas suggeriscono poi di tenere sotto controllo il caso dell’Umbria: negli ultimi cinque anni la Regione ha visto calare l’attrattività e, al contempo, aumentare la mobilità in uscita.
Per quali patologie gli italiani si curano fuori Regione
Per quanto riguarda le patologie per cui gli italiani si spostano fuori Regione, non sempre si tratta di interventi complessi: questi ultimi rappresentano meno del 16% del totale, mentre la maggior parte (il 53%) riguarda patologie di media complessità, con un 11,7% che potrebbe risultare inappropriato.
La principale causa di mobilità sanitaria è rappresentata dalle malattie muscoloscheletriche: in questo settore, l’Emilia-Romagna è la Regione con il saldo più positivo, pari a 228 milioni di euro, il doppio della Lombardia, che si colloca al secondo posto. In entrambe le Regioni, la maggior parte delle prestazioni in questo campo sono fornite da strutture mediche private e convenzionate. L’analisi evidenzia inoltre delle debolezze strutturali nel sistema sanitario del Sud.
I dati mostrano infatti che nelle Regioni meridionali spesso mancano posti letto e c’è scarsa disponibilità del personale medico. Nel frattempo, l’annuale rapporto sulla cronicità di Cittadinanzattiva ha lanciato un nuovo allarme: i pazienti con malattie croniche affrontano sempre più ritardi nella ricezione delle diagnosi, vanno incontro a difficoltà nel coordinare le cure specialistiche e primarie e problemi legati all’accesso delle cure domiciliari.
Anche le complicanze legate all’accesso alle liste d’attesa sono sempre più all’ordine del giorno, tanto che una persona su tre, stando agli ultimi dati, è costretta a rinunciare a un numero sempre più elevato di prestazioni sanitarie.